Vincere scis Hannibal, victoria uti nescis. Eh, no, Claudio Lotito non è ingenuo come Annibale. Lotito, che conosce a memoria Tito Livio, sa vincere e pure sfruttare la vittoria. Guardatelo seduto sulla panchina di Bari, come su un trono, accanto a Carlo Tavecchio. Mica facile intuire chi sia il vero re. Questo sì che è saper "sfruttare la vittoria".
rassegna stampa
Lotito si “prende” l’Italia. E’ il suo trionfo: pare Moggi
Il patron della Lazio avrebbe dovuto usare più accortezza ieri. Sarebbe stato opportuno un altro stile per non apparire platealmente il puparo di Tavecchio
Lotito ha pedalato per trascinare Tavecchio in vetta, come neppure Carrea con Coppi. Lo ha ripulito quando è scivolato sulle banane e si è macchiato di razzismo. Ha trascinato gli elettori indecisi alle urne come un rimorchiatore di porto. Ha sgobbato come un matto, ma ora si gode il suo regno: l'Italia.
Guardatelo come cammina fiero verso il centro del campo, con le mani in tasca e la tuta della Nazionale addosso, quella che era di Albertini. Lotito è Achille con le armi strappate a Ettore. Lo ha steso e ora vuole il suo regno. Non è il presidente del Club Italia, ma si comporta già come se lo fosse. Avete mai visto un semplice consigliere federale marciare così tra gli azzurri che si allenano? Ricorda clamorosamente Luciano Moggi che entrava e usciva dagli spogliatoi di Coverciano senza motivo e senza gradi; che a Firenze caricava in taxi Cannavaro interista e lo scaricava a Napoli juventino.
Lotito avrebbe dovuto usare più accortezza ieri? Sarebbe stato opportuno un altro stile per non apparire platealmente il puparo di Tavecchio, già in imbarazzo con le sue cambiali? Di sicuro una scenetta poco edificante, un inquietante passo indietro verso tempi bui. Ma era troppo irresistibile la tentazione di esibire tanto potere, l'orgoglio di ostentare con guapperia lo scalpo della vittoria politica inseguita con passione. Un giorno forse Lotito caricherà un azzurro in taxi e lo scaricherà a Formello.
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