rassegna stampa

Lo spavaldo e l’ambizioso. Ecco Cetin e Zappacosta

LaPresse

I neocquisti della Roma, il turco: "Zero paragoni, voglio il mio nome negli annali". L’ex Toro: "Florenzi? Sana concorrenza"

Redazione

Mert Cetin non ama i paragoni: "Sergio Ramos è il mio idolo, ma spero che in un paio d’anni si parli solo di me e si scriva il mio, di nome, negli annali". Chiaro, sintetico, deciso, senza alcun imbarazzo davanti alla stampa italiana, Cetin si è preso la scena nonostante accanto a lui ci fosse un nazionale come Davide Zappacosta, fresco di Europa League vinta col Chelsea. L’ex Torino, rispetto al nuovo compagno, è stato decisamente più cauto, limitandosi a dire di aver scelto la Roma "per ripartire", scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

L’unica, possibile, fonte di imbarazzo c’è stata quando a Zappacosta è stato chiesto di Florenzi, capitano della Roma, nelle ultime stagioni terzino destro titolare, esattamente il suo ruolo. I due condividono tanto, dall’agente al social media manager, e adesso sono pronti a una "sana" rivalità. Cetin ha archiviato la possibilità di andare in prestito: "Avrò bisogno di un po’ di tempo per adattarmi, conoscere il campionato italiano e studiare la lingua, ma poi mi sento pronto per giocarmela alla pari con gli altri. Quando ho firmato per la Roma è stato per giocare qui e voglio dimostrare quanto valgo".

"Sono veloce, aggressivo e so impostare - continua Cetin-, devo migliorare in molte cose, ma sono pronto a lavorare. Venire qui, in Europa, era il mio sogno, mi avevano cercato anche club turchi, ma io non ho mai avuto dubbi". L’ultimo anno, nonostante la vittoria dell’Europa League, non è andato bene Zappacosta, e non vedeva l’ora di tornare. Ecco perché quando è arrivata la proposta della Roma non ci ha messo un secondo ad accettare, nonostante il Chelsea, con il mercato in entrata bloccato, non fosse così disponibile. Zappacosta, in cuor suo, spera di restare di più e di giocare il prossimo anno con la Roma in Champions. Cetin anche. Non potrebbero essere più diversi, ma gli obiettivi, inevitabilmente, sono gli stessi.