rassegna stampa

«La Roma di Zeman sarà da Champions Attacco da 70 gol»

(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) Alla fine, l’obiettivo l’ha fissato anche lui. «Non saremo mai la Rometta, nonostante il fallimento della scorsa stagione. Guardiamo alla Champions League, è chiaro.

Redazione

(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) Alla fine, l'obiettivo l'ha fissato anche lui. «Non saremo mai la Rometta, nonostante il fallimento della scorsa stagione. Guardiamo alla Champions League, è chiaro.

Come? Con una squadra forte, che attacchi e diverta. E che porti i nostri attaccanti a segnare 70 gol». Considerando che lo scorso anno sono stati in tutto 40, sarebbe già un triplo salto in avanti. Anche se Walter Sabatini, alla fine, ieri di obiettivi ne ha fissati anche altri, ufficializzandone alcuni.

 

Niente scudo La Roma da oggi è a Riscone (...), nel pomeriggio il primo allenamento del ritiro e domenica il primo test (con presentazione della 3a maglia). Ieri a Trigoria si è affacciato anche De Rossi, che ha salutato il gruppo e si è fermato con Zeman. «Ma il mister non è uno scudo spaziale che ci difende, non è venuto a fare il tappabuchi — dice Sabatini —. Anzi, mi sta rigenerando. Sono preoccupato per la difesa e lui mi risponde sempre: "Non preoccuparti, noi attaccheremo"». Già, ma la difesa è il reparto su cui intervenire pesantemente. Perché Burdisso è di ritorno da un infortunio, Dodò si è già fermato (infiammazione al ginocchio sinistro, quello operato 7 mesi fa) e sugli esterni si fa fatica. «Rosi resta ancora un po', il mister lo vuole vedere, proprio come José Angel. Zeman mi ha detto: "Lascialo qui, è un po' imbranato, ma ha prerogative importanti". Poi tra 20 giorni può cambiare tutto». José Angel è destinato ad andar via, a sinistra arriverà uno nuovo. Esattamente come a destra. «Lì stiamo per prendere uno straniero importante, forte. Nessun top player, ma nomi roboanti sì». Chi è? La Roma ha seguito a lungo Debuchy e Azpilicueta, ma l'identikit è altrove: al momento il favorito è Bosingwa, favorito su Fucile.

Nuovi Intanto, Castán, Tachtsidis e Bradley sono oramai della Roma. A confermarlo (indirettamente) è stato proprio il d.s., che su ognuno si è soffermato a lungo. «Castán non sarà il nuovo Thiago Silva, ma è un giocatore dominante. Non capisco perché si considera un top player Piqué, che ha giocato una finale di Champions, e non Leandro, che ha giocato la finale di Libertadores. E con lui prenderemo un altro o due centrali di difesa. Bradley, invece, è pragmatico, sicuro, sa voler vincere le partite. E non è un'operazione di marketing. Tachtsidis? Lo vuole Zeman, mi ha detto "prendimelo e lo trasformo in un campione"».

Empatia Già, Zeman, con cui Sabatini («Se Lamela sarà una buca, e non lo sarà, sarò stato tanto asino da dover lasciare la Roma») ha trovato subito feeling. «E non dipende solo dal fumo», dice ridendo. Probabilmente, più di quanto ne avesse con Luis Enrique. «La Roma Montessori ha provato a educare anche Osvaldo. È un personaggio in cerca d'autore, a volte ha avuto comportamenti un po' bizzarri. Ma ce lo teniamo stretto, è incedibile». A meno che... «Nel mercato può succedere di tutto. Destro? Restiamo vigili. Se si potrà intervenire, lo faremo». Come proverà a piazzare Pizarro e Borriello («Li sta emarginando la storia di questo club»), respingendo le voci di frattura con Baldini: «Io sono conflittuale con tutti e a volte anche con Franco. Ma lavoriamo in sintonia, è un grande dirigente».