rassegna stampa

Nuovo Ljajic. E la Roma gli chiede altri punti

«Vincendo faremmo un passo in avanti importante. La Lazio? In questo momento siamo noi secondi, meritiamo questa posizione e vogliamo mantenerla fino alla fine»

Redazione

Testa dura, cuore forte Adem Ljajic. Uno a cui non fai mica cambiare idea facilmente. Per esempio: non lo convincerai mai a cantare il «Boze Pravde», l’inno serbo. Non ce l’ha fatta nemmeno il nuovo c.t., Radovan Curcic, che pure del rientro in nazionale dell’attaccante della Roma ha fatto un punto nodale del suo progetto tecnico. Niente da fare: contro il Portogallo, domenica scorsa, Ljajic è rimasto muto, unico degli undici in campo. E la storia ha avuto grande eco tra i quotidiani locali, pure quelli bosniaci. Adem non cambia, sarebbe come rinnegare le sue origini, la religione musulmana: l’aveva spiegato anche a Mihajlovic, prima del putiferio che lo portò all’esclusione di tre anni fa. Questa non è roba modellabile per un cambio di c.t. o una maglia ritrovata. Testa dura e cuore forte, Adem. Uno che a Trigoria si è scontrato pure con Rudi Garcia, altro «capoccione» orgoglioso. E di solito, due così, o fanno a pugni, o diventano i migliori alleati.

TREDICI MESI FA.... Ecco, Adem e Rudi hanno rischiato di imboccare la prima via, poi hanno svoltato e ora veleggiano in simbiosi. Che non significa non scontrarsi, vuol dire piuttosto riconoscersi gli stessi obiettivi anche di fronte a ostacoli imprevisti e imprevedibili. Che in fondo, è la fotografia della Roma attuale, impegnata in una prosaica corsa al secondo posto quando invece pensava di dover spendere la primavera a inseguire altri sogni. Dove porterà questo viaggio, per loro due e per la Roma tutta, si capirà probabilmente (anche) dalla partita di domani contro il Napoli. Che per i due «capoccioni» non è una sfida qualunque. L’avversario riporta alla mente un giorno di 13 mesi fa, 9 marzo 2014: la Roma gioca al San Paolo, domina la partita, ma non la sblocca. Così Garcia a 16’ dalla fine prova a vincere buttando in campo Ljajic, che però non entra nel modo giusto, anzi. E la Roma, quella partita, finisci persino per perderla. Ljajic finisce in castigo per un mese, tornerà titolare solo ad aprile inoltrato. E al mondo farà sapere che dovrà decidere bene il suo futuro, perché la voglia di giocare è tanta, troppa. Sembra l’anticamera di un addio.

MISTER 8 PUNTI Se un anno dopo Garcia prega in ginocchio che a Ljajic non venga nemmeno un raffreddore, è la prova provata che molto è cambiato, forse tutto. Adem oggi è il capocannoniere di una Roma che tira poco e segna ancora meno. «Non so perché facciamo pochi gol, di sicuro in rosa non abbiamo un giocatore da 20 gol, qui possono segnare tutti e per me è un punto di forza — ha spiegato il serbo —. Di sicuro noi attaccanti dobbiamo fare di più, speriamo di iniziare dal Napoli». Anche perché la corsa Champions non aspetta: «Vincendo faremmo un passo in avanti importante. La Lazio? In questo momento siamo noi secondi, meritiamo questa posizione e vogliamo mantenerla fino alla fine». Se sarà così, molto del merito sarà anche di questo ragazzo serbo. Che forse non canterà mai neppure «Roma Roma». Ma che a Garcia ha saputo regalare 8 punti in più in classifica con le sue 8 reti. Testa dura e piede caldo, allora.