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L’Italia sa solo vincere. De Rossi è un mago?

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Poker europei di Roma, Milan e Fiorentina. L’en plein sarebbe importante non solo per questi club, ma per tutto il calcio italiano
Redazione

Abbiamo vinto otto a due: quattro gol li ha segnati la Roma al Brighton, altri quattro (ma subendone due) il Milan allo Slavia Praga. È stato un giovedì di successi italiani, in Europa League, scrive Stefano Agresti su La Gazzetta dello Sport,  però tra la trionfale vittoria di De Rossi e quella contraddittoria di Pioli c’è un mondo di differenza : giallorossi belli e straripanti contro un avversario forte, benché rimaneggiato; rossoneri a lungo spenti e spesso imprecisi nonostante i rivali siano rimasti in dieci dopo appena ventisei minuti. Potevamo festeggiare in anticipo due virtuali qualificazioni, aspettando l’Atalanta, invece solo la Roma ha il passaggio del turno in mano; il Milan ha lasciato un piccolo spiraglio ai cechi, che a Praga proveranno a ribaltare la sfida. Tutto lascia comunque pensare che possiamo invadere con tre nostre squadre i quarti di finale di questa competizione, che esiste da quindici anni e non abbiamo mai vinto. L’en plein sarebbe importante non solo per questi club, ma per tutto il calcio italiano che sta lottando per avere cinque squadre nella prossima Champions.

La Roma di De Rossisembra uscita da un sogno. Per un po’ ha fatto risultati, ora gioca pure bene. Benissimo, contro il Brighton: non solo quattro gol ma anche aggressività, equilibrio, spettacolo. Divertimento allo stato puro, in certi momenti. Può sembrare stucchevole continuare a confrontare questa squadra con quella di Mourinho, però il paragone è inevitabile se si considera quanto e come sia cambiato il mondo giallorosso in un tempo così breve, appena una cinquantina di giorni. La differenza rispetto al passato è addirittura impressionante, la riassumiamo in cinque punti essenziali: 1) la Roma gioca meglio; 2) la Roma gioca un calcio più offensivo; 3) i risultati sono nettamente migliorati, in campionato si è passati da 1,45 a 2,57 punti in media a partita; 4) la squadra fa discutere per quanto combina in campo, non per le polemiche interne e per quelle verso l’esterno; 5) sarà anche merito della buona sorte, ma tutti gli infortunati d’incanto sono guariti e perfino Dybala, delle cui condizioni fisiche Mou si lamentava in continuazione, ora non salta una partita.

Che De Rossi sia un mago? No, non risulta. Di sicuro è un mago del buon senso. E non si dica, adesso, che il Brighton aveva troppi assenti (anche se ne aveva), o che de Zerbi si è improvvisamente sgonfiato: questa squadra al momento del sorteggio era ritenuta l’avversaria più temibile dopo Liverpool e Bayer, se all’Olimpico si è squagliata ci sono grandi meriti dei giallorossi. E grandi meriti, anzi grande coraggio lo hanno avuto i Friedkin decidendo di sostituire Mourinho con de rossi: una scelta piena di rischi, che andava a togliere ai tifosi un punto di riferimento, ma che il campo sta premiando in modo clamoroso.

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