rassegna stampa

Lippi: “Zaniolo potrebbe essere per Mancini quello che è stato per noi Totti nel 2006”

Il ct della Nazionale campione del mondo: "Mi spiace per l’Europeo saltato, ma l’Italia è così forte che farà benissimo anche nel 2021. Mio nipote adesso tifa Roma"

Redazione

Anche Marcello Lippi è chiuso nel suo appartamento di Viareggio, con il mare così vicino eppure lontanissimo. Domenica compie 72 anni e 40 pieni da allenatore. Ne ha trascorsi di migliori, scrive "La Gazzetta dello Sport".

Vedremo diversamente la vita, e il calcio, dopo?

"Probabile. Ma non parlo solo di incazzature per una sconfitta. Spero che, chi decide, stia pensando al calcio dilettantistico che rischia di scomparire. Spero lo protegga. Quello d’élite ne uscirà sicuramente ridimensionato, ma tutto sommato non sarebbe neanche un male".

Ridimensionati anche i giocatori?

"Sì. E accetteranno. Si è portati a credere che siano tutti viziati e ricchi, che pensino solo a soldi, macchine, belle donne. Demagogia. Ci sono quelli così come in tutte le categorie. Ma poche hanno la stessa sensibilità sociale dei calciatori. Sa una cosa che odio?".

Cosa?

"Chi fa beneficenza e lo comunica subito ai giornali. I calciatori la fanno in silenzio. E non soltanto se regalano soldi a chi ne ha bisogno. Anche se dedicano un pomeriggio a bambini autistici o disabili, offrendo il loro tempo e il loro sorriso".

Come passa le sue giornate?

"Come tutti. Con la fortuna di avere un giardino sotto casa. Quindi dedico la mattina a camminate, circuiti, pesi, ginnastica. Sono tornato a essere regolare. Mangio a casa, qualcosa di semplice, e nel pomeriggio vedo la tv. Oppure mi dedico a rileggere un po’ il mio passato".

Ahi ahi... che nostalgia. Voglia di tornare in panchina?

(sorride) "Chissà, per ora mi aiuta a passare il tempo...".

Lei quando ripartirebbe con il calcio?

"Soltanto quando saremo a contagi zero. Non importa se a porte aperte o chiuse: non è questo il problema. Il problema è che impossibile non succeda qualcosa se una squadra, una cinquantina di persone in tutto, viaggia e incontra camerieri, cuochi, autisti... Solo quando questa guerra sarà vinta dovremo ripartire. E dalla 26ª giornata. Niente play-off o altre formule, per carità. Dodici giornate. Campionato e coppe: non si comincia la nuova stagione prima di aver finito questa. La prossima partirà più tardi, avrà qualche turno infrasettimanale. Non importa. E non è soltanto questione di campo...".

Perché?

"S’immagina che cosa accadrebbe con un’assegnazione straordinaria? Tra reclami, ricorsi, avvocati, tribunali… non ne usciremmo più".

Permette almeno una domanda sulla Nazionale?

"Certo. Mi spiace per l’Europeo saltato, ma l’Italia è così forte che farà benissimo anche nel 2021. E aggiungo, con la passione con cui un nonno può seguire il nipote: recupererà giocatori importanti come Zaniolo. Magari per Mancini potrebbe essere quello che è stato per noi Totti."

Suo nipote Lorenzo ha solo un anno in meno.

"In questi giorni ha rivisto un po’ di vecchie interviste che passano in tv. C’è lui bambino, piccolissimo, in braccio a me, e indossa la maglia della Juve: lo portavo per evitare che mi facessero i gavettoni dopo lo scudetto. Aveva dimenticato questi episodi. Adesso tifa Roma, perché a Roma gli hanno fatto cambiare idea, ma gli ho ricordato che allora mi diceva sempre “uve, uve“...".