«È tramontata l’idea che un tecnico conti il 20% se va bene. Non è così e non lo è mai stato per Mourinho, Capello, Van Gaal, anche Lippi e altri: sono gli stessi grandi giocatori a pretendere una guida forte e sicura. Non un padre, un fratello o uno simpatico. Ma chi ti fa vincere e migliorare i contratti» dice Marcello Lippi in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.
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Lippi: “Nella Roma De Rossi potrebbe giocare come Busquets nel Barça”
"Io giocherei con un 4-3-3 con movimenti identici a quelli che fanno fare Guardiola e Luis Enrique"
Come giocherebbe l’eventuale nuova squadra di Lippi?
«Svilupperei i concetti applicati in Cina. Modulo base 4-3-3, ma non con gli attaccanti esterni che si abbassano per contrastare i terzini, lasciando solo l’attaccante, tipo 4-5-1. E poi così larghi non fanno reparto».
E allora?
«Quando si conquista palla gli attaccanti esterni si accentrano, formando un quadrilatero con le due mezzali e costringendo i difensori a seguirli. Gli esterni diventano ali con un corridoio più libero per crossare: se poi hai un centravanti alto, meglio così. E i due centrali difensivi si alzano in linea col play per una difesa a tre. A parole è facile, in campo meno: ma lo fa Guardiola con X.Alonso, L.Enrique con Busquets, può farlo la Roma con De Rossi».
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