rassegna stampa

L’ingresso, il boato l’assist: Totti da favola ma senza lieto fine

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Un cenno d’intesa con Spalletti che gli ha ricordato la posizione di sempre, centravanti del 4-2-3-1. E poi non c’è niente da spiegare, niente da capire

Redazione

Spalletti s’è aggrappato a Francesco Totti: 45’, quasi due mesi dopo lo strappo di una domenica di febbraio «Ma io gli voglio bene, lo tratto da calciatore vero», aveva detto il tecnico prima della partita. E come sottolinea Davide Stoppini su La Gazzetta dello Sport da calciatore vero Totti è entrato.

Un cenno d’intesa con Spalletti che gli ha ricordato la posizione di sempre, centravanti del 4-2-3-1. E poi non c’è niente da spiegare, niente da capire. Neppure 5’, lo spazio di un caffè con gli amici, e Totti ha già mandato in porta Salah per il pareggio. Ci sono 40 minuti da giocare, l’Olimpico immagina un sogno che solo Mirante nega al capitano di sempre, capitano di panchina, capitano che gioca con un raggio d’azione limitato. Lui cammina, ma il suo piede fa correre gli altri. E lo fa a tratti divinamente, lanciando, forzando un filo la giocata, cercandola e trovandola quasi sempre.

 

Però a questa favola manca un pezzo. Manca il lieto fine, forse un capitolo che qualcuno si è divertito a togliere dal libro. Manca il gol 301. E manca pure la vittoria della Roma. Chissà dove sono finiti. Chissà se questo squarcio di primavera varrà come un cambio di marcia sul futuro del capitano, su un rinnovo che non arriva e una decisione ufficiale che slitta, slitta, slitta. Difficile. Difficile che James Pallotta cambi idea. Però il romanticismo di una notte a metà come questa, sarà difficile da cancellare.