Uno è più interditore e copre meglio la difesa. L’altro verticalizza con maggiore efficacia. Diversi modi di essere regista, diversi modi di essere leader: Maxime Gonalons e Daniele De Rossi, due facce della stessa medaglia e un’alternanza che può fare bene alla Roma e ad entrambi, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport".
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Linea alla regia: comanda De Rossi, ma Gonalons chiede strada all’amico tutor
Due modi quasi opposti di concepire lo stesso ruolo. Oggi tocca a Daniele, Maxime diventa uomo Champions
L’idea, fin dall’inizio, era di alternarli, per quanto possibile, poi le iniziali difficoltà di ambientamento del francese hanno costretto Di Francesco a mettere in campo con più continuità il capitano. Adesso però Gonalons sembra sulla via giusta, ha dato risposte convincenti e quindi la sensazione è che l’alternanza andrà avanti. Con Napoli e Torino è sceso in campo De Rossi, le altre due le ha fatte il francese, stando a questa logica stasera e domenica 5 dovrebbe toccare di nuovo a Daniele, la Champions invece, dove è partito titolare due volte su tre, sarebbe invece ancora in favore di Gonalons.
Gonalons sapeva benissimo che a Roma avrebbe dovuto lottare per conquistare il posto. De Rossi non è soltanto colui che ha ereditato la fascia di Totti, ma è anche un giocatore che raramente è messo in panchina dai suoi allenatori. La sua capacità di coprire la difesa, il suo essere tattico in campo e il carisma che mette a disposizione dei compagni sono oro per i tecnici.
Stasera Gonalons dovrebbe partire dalla panchina, ma non è scontato. Con lui la Roma verticalizza di più, gli piace tentare la giocata più rischiosa e dettare i ritmi del gioco, che poi è quello che, accanto a De Rossi, negli anni hanno fatto i vari Pizarro, Aquilani, Pjanic, Keita o Pirlo. Di Francesco, però, non li vede insieme se non in situazioni di emergenza. Ecco perché, pur stimandosi – e De Rossi è stato fondamentale nel processo di crescita di Gonalons – continueranno ad essere uno l’alternativa dell’altro.
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