Tornati tra coloro che sono sospesi, in attesa di giudizio, vengono in soccorso i sempre rassicuranti detti popolari, dall’universale «non tutti i mali vengono per nuocere» al romano «consolamose con l’ajetto», che non riempirà la pancia né toccherà il cuore, ma gonfia il portafogli, costringendoci a fare (alla Roma) i famosi «conti della serva». Perché quel gollonzo di Berezutski subito ad un soffio dall’amen, che ha quasi prodotto una crisi di nervi, riportando in superficie antichi vizi romanisti, qualche beneficio lo porterà. Certamente al botteghino.
rassegna stampa
L’incasso al botteghino e lo sponsor in arrivo. Non solo cattive notizie
Quel gollonzo di Berezutski subito ad un soffio dall’amen, che ha quasi prodotto una crisi di nervi, riportando in superficie antichi vizi romanisti, qualche beneficio lo porterà. Certamente al botteghino
Una svolta? Con una premessa, anzi una doverosa conditio sine qua non : che il cross che ha trasformato una rassicurante vittoria in un traballante pareggio, rinviando il giudizio finale (del girone) agli ultimi 90 minuti, non decreti l’eliminazione della squadra dalla Champions. In quel caso disgraziato, l’incasso della sfida contro il Manchester, diventata vitale dopo il pareggio del Cska, sarà davvero solo un ajetto con cui consolarsi. Tradotto in euro e considerato che a dodici giorni dall’appuntamento già 45.000 persone sono in possesso di un titolo d’accesso (compresi i miniabbonamenti): tre milioni, forse anche tre milioni e mezzo. Una cifra importante anche se soltanto fine a se stessa. Se, invece, fosse il preludio ad un passaggio agli ottavi, con relativo premio e, ovviamente, la prospettiva di un altro incasso da favola, Roma-Manchester potrebbe essere ricordata come un passaggio chiave della stagione e, chissà, anche una svolta nei conti.
Roma milionaria Certamente, facendo quei conti della serva di cui sopra, si scopre che questo breve autunno giallorosso, schiacciato tra un’estate appena salutata e un inverno già in arrivo, sospeso tra alte ambizioni e, a volte, basse prestazioni, con non più la stessa serena attesa del futuro, insomma questo spicchio di stagione romanista si sta rivelando un’iniezione, magari non di fiducia ma di denaro sì. Per limitarci ai soli dati del botteghino, quisquiglie rispetto alle cascate dei diritti tv, ma pur sempre un toccasana: al fischio finale della partita con il Manchester, e indipendente dal prosieguo nelle coppe, la Roma avrà incassato circa 9 milioni di euro in sole tre partite di Champions (2,1 con il Cska; 3,7 con il Bayern, presumibilmente almeno 3 con il City). Cui vanno aggiunti i milioni del campionato, che né la concomitanza di sfide europee tanto prestigiose, né l’avvio meno certo della squadra, né l’assenza di grandi avversarie hanno sgonfiato rispetto allo scorso anno: dopo sei partite disputate all’Olimpico, la Roma è in linea con spettatori e quote di un campionato fa (aiutata, per onestà, dal ritocco dei prezzi): circa 238mila pagati (245mila nel 2013) e 6.521.486 euro di incasso (6.587.487 dodici mesi fa). E con la prospettiva di disputare domenica sera la prima grande sfida casalinga, contro l’Inter di Mancini, che richiamerà all’Olimpico almeno 45mila paganti. E a cui seguirà, solo sei giorni dopo, l’impegno con il Sassuolo, praticamente un riscaldamento a poche ore dall’appuntamento con il Manchester. Tutto rigorosamente all’Olimpico.
sotto l’albero E a proposito di stadio, mentre non si sblocca l’impasse politica in cui è caduto il progetto Tor di Valle, la Roma sta cercando di abbinare i naming rights dell’impianto che verrà e lo sponsor sulla maglia che manca ormai da più di un anno, possibilmente già da questa stagione. Anzi, il prima possibile: ecco perché le trattative con i due grandi marchi rimasti in corsa — Etihad e Unipol — sembrerebbero alle battute conclusive. Un regalo milionario sotto l’albero?
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