rassegna stampa

L’Europa taglia, il buon esempio è del Bayern: stipendi ridotti, Il Barça dice no

In Germania molte squadre di vertice aderiscono alle decurtazioni: il Dortmund pensa anche a uno stop definitivo. E in Scozia un capitano si dimezza l’ingaggio

Redazione

Mentre in Italia si discute collegialmente a livello di Lega su quel che sarà della stagione e degli stipendi dei calciatori, nel resto d’Europa - a parte la Francia dove si può applicare direttamente un provvedimento d’emergenza del governo di Parigi - il tema non è ancora in discussione o è delegato all’iniziativa singola di club o giocatori.

L’esempio virtuoso - sottolinea 'La Gazzetta dello Sport' - e più consapevole arriva dalla Germania: Borussia M'Gladbach, Bayern, Schalke, Mainz,Werder Brema e presto anche Bayer Leverkusen e al Borussia Dortmund. In Spagna il tema “taglio degli stipendi” finora ha riguardato soltanto il Barcellona. Il presidente Bartomeu ha fatto presente ai 4 capitani, Messi, Busquets, Piqué e Sergi Roberto la necessità di abbassare il monte-stipendi: un sondaggio che non ha avuto per il momento un riscontro positivo.

In Francia, i club si stanno allineando al taglio degli stipendi secondo il principio della disoccupazione parziale riformato per l’emergenza dal governo. Lo stato paga fino a 4,5 volte lo stipendio minimo legale (1.210 euro netti al mese), il resto dell’ingaggio spetta al datore di lavoro, ma solo fino al 70 per cento lordo. Sono già passati alla disoccupazione parziale Lione, Montpellier, Nimes e Amiens. In Inghilterra, il taglio degli stipendi è un tema preso in considerazione - per ora - soltanto dalla Championship in giù e la linea è quella di un tetto salariale (6mila sterline a settimana). In Scozia, il governo si è impegnato a pagare l’80% degli stipendi di chi non può lavorare ma fino a 2.500 sterline al mese. Un gesto di buona volontà arriva allora da Steven Naismith, capitano degli Hearts, che si è dimezzato lo stipendio.