rassegna stampa

Le mille vite di Taddei. Un sorriso per la Roma

(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) Tra le mille brutte notizie degli ultimi giorni ce n’è una positiva, che luccica di luce propria. Ha il nome ed il volto di Rodrigo Taddei, uno che a quelle mille brutte notizie sostituisce le sue mille vite.

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(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese)Tra le mille brutte notizie degli ultimi giorni ce n’è una positiva, che luccica di luce propria. Ha il nome ed il volto di Rodrigo Taddei, uno che a quelle mille brutte notizie sostituisce le sue mille vite. «Per me è impossibile non fare le cose con serenità, sorridendo», disse tempo fa. Sarà anche per questo che a Trigoria gli vogliono tutti bene, ma è anche per questo che sa affrontare le difficoltà con una serenità che fa invidia. È andata così anche domenica al San Paolo, quando appena chiamato in causa per l’infortunio di Strootman ha sfoderato la miglior prestazione stagionale. «Nel calcio c’è spazio per tutti, bisogna solo aspettare la propria opportunità e non fallire — disse nella stessa circostanza —. Questa è uno dei miei punti di forza».

Mediano scelto L’occasione Taddei l’ha avuta, anche se legata ad un evento nefasto come quello di Kevin. Nel dramma, però è arrivata una risposta positiva, diversa tra l’altro da quella (negativa) di un paio di settimane fa, a Bologna. Garcia può sorridere, almeno in parte, perché sa che su Rodrigo può contare fino alla fine. Del resto, proprio il francese fu il primo a credere ciecamente in lui fin dal ritiro di Riscone, quando lo lanciò davanti alla difesa. «Con i piedi che ha, può giocarci tranquillamente », disse Rudi. E questo lo sa anche Taddei, che se ha un pregio è quello dell’umiltà. «So di avere delle qualità tecniche, ma in campo cerco sempre di fare la cosa più semplice». Già, per i giochetti di prestigio ed i numeri da funambolo c’è tempo, quello che Rodrigo gli dedica durante gli allenamenti, quando più di un compagno si ferma a guardare quello che sa fare con il pallone.

Versatilità infinita Lunedì, contro l’Udinese, tornerà dunque in campo da titolare, fattispecie che prima di Bologna gli era successa solo più di 17 mesi fa (Juventus-Roma 4-1, 20 settembre 2012). Certo, sono lontani i tempi di Spalletti («Prima do la maglia a Rodrigo, poi a tutti gli altri» diceva il tecnico di Certaldo), quando la versatilità del brasiliano l’aveva eletto ad uomo d’oro di quel 4-2-3-1. «Nella Roma ho fatto praticamente tutti i ruoli tranne il portiere, ma in porta ci ho giocato anche in Brasile», confessò lui. Ora, in questi ultimi mesi è chiamato a dare tutto e poi chissà, magari arriverà anche il rinnovo per un altro anno (il contratto gli scade a giugno). Sarebbe il decimo con la Roma, la sua stella personale, dopo aver rifiutato nei mesi scorsi Chievo, Sampdoria, Livorno, Malaga ed un’offerta dagli Emirati Arabi. Del resto, Rodrigo è innamorato di Roma e qui vuole finire la carriera. Tra i suoi tanti pregi, c’è anche questo, l’amore e il cuore con cui fa le cose. Strootman mancherà, è ovvio, ma Rodrigo ce la metterà tutta per dedicargli qualche altra partita speciale.