rassegna stampa

Le mani di Mirante sulla Champions

LaPresse

Il portiere della Roma promosso titolare da Ranieri: "Rilanciati dalla Samp, ma guai ad accontentarsi..."

Redazione

Quando è arrivato a Roma era convinto che avrebbe giocato al massimo una decina di partite, forse qualcosa in più se la squadra fosse andata avanti in Coppa Italia. Per Di Francesco era una buona alternativa, per Ranieri, dopo appena un paio di partite, è diventato titolare. Troppo affidabile in questo momento, Antonio Mirante, per farne a meno.

Fino al mese scorso, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport", aveva giocato un paio di volte in Champions e altrettante in campionato, per problemi fisici di Olsen o per far riposare lo svedese. Contro la Fiorentina Ranieri lo ha promosso titolare e sembra voler andare avanti così fino al termine della stagione. Tra errori in porta e difficoltà di comunicazione in italiano con i compagni, al momento Olsen rimane in panchina: "Ma lui è un grande portiere e una persona perbene", garantisce Mirante. A Trigoria questo nessuno lo mette in dubbio, ma poi il campo è un’altra cosa. Il tecnico vuole che l’azione riparta in modo diverso, palla lunga e pedalare, una sorta di rivoluzione: "Abbiamo un’impostazione diversa, anche da quando inizia il portiere. Questo ti fa drizzare le antenne e se vogliamo lottare per la Champions è fondamentale", ammette. Fondamentale, appunto. Per ripartire dall’Europa che conta e aiutare le casse del club. La vittoria contro la Sampdoria ha dato fiducia ai giocatori, i tifosi risponderanno presente (saranno più di 30mila), ma non come in passato. Le ultime delusioni hanno lasciato il segno e si vede. E pensare che quando ha esordito lui con la Roma, un girone fa, le premesse erano diverse.