rassegna stampa

Le corse, l’amico pilota e una fortuna nata per caso…

Nel 1969 Tom Friedkin iniziò la collaborazione con Toyota

Redazione

Una vera fortuna nata per caso e per amicizia. Come riporta La Gazzetta dello Sport, se la Roma finisce nelle mani dell’imprenditore di Houston deve qualcosa a Carroll Shelby, personaggio che ha fatto la storia delle corse automobilistiche americane portato di recente sul grande chermo da Matt Damon in «Ford vs Ferrari», sulla 24 Ore di Le Mans 1966. Qualche tempo prima di andarsene Shelby – scomparso nel 2012 a 89 anni e nell’arco della sua vita protagonista come pilota, progettista, team manager e costruttore – raccontò di come la ricchezza era finita nelle mani di un suo grande amico: Tom Friedkin, padre di Dan.

Nel 1968 la Toyota offrì a Shelby di diventare il distributore delle automobili giapponesi nella regione sud ovest degli States. Era difficile, in quegli anni, provare a inserirsi in un settore dominato dalle tre gigantesche Case di Detroit, le cosiddette Big Three: General Motors, Ford e Chrysler. La prima struttura per l’importazione delle Toyota negli Stati Uniti aveva visto la luce a Chicago nel 1966. Quell’anno vennero vendute solo 20.908 automobili giapponesi. Nel 2018, ultimo dato certo a disposizione, sono state 2.426.672. E così Shelby lasciò perdere. Ma non mancò di mettere al corrente della faccenda il suo amico Tom Friedkin, che fece invece il passo giusto e nell’agosto del 1969 acquistò la Gulf States Toyota, fondata da Jim Moran a Deerfield Beach, in Florida, trasferendola a ovest. Friedkin negli anni fece i miliardi. Shelby, che era sempre stato uno spirito libero, non se la prese. Anzi.