rassegna stampa

Largo a Borriello «Mancavo solo io» E Totti: «Grande!»

(La Gazzetta dello Sport – M.Calabresi/C.Zucchelli) – Forse se lo sentiva. Marco Borriello, tre giorni fa, aveva pubblicato su Twitter una frase di Kakà: «La fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra l’opportunità».

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(La Gazzetta dello Sport - M.Calabresi/C.Zucchelli) - Forse se lo sentiva. Marco Borriello, tre giorni fa, aveva pubblicato su Twitter una frase di Kakà: «La fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra l’opportunità». Lo ha scritto, lo ha fatto. Alla seconda partita di fila da titolare ha sfruttato l’occasione e ha regalato alla Roma la decima vittoria di fila. Merito suo, ma anche di Rudi Garcia, che nei giorni scorsi lo aveva spronato, e del suo collaboratore Fichaux, l’uomo che Borriello è andato a ringraziare subito dopo il gol che ha portato la Roma nella storia: «Sono contento di aver contribuito a questo record, ma ancora non abbiamo fatto niente».

La torta e la cilieginaSubito dopo la chiusura del mercato, su idea di De Sanctis, i giocatori gli avevano regalato una torta per festeggiare la sua permanenza. Ieri è arrivata la ciliegina, 893 giorni dopo l’ultima rete in giallorosso: era il 22 maggio 2011, la sera di Roma-Sampdoria in cui esordì Florenzi, l’uomo che ieri ha messo in mezzo il pallone per il suo gol di testa. In panchina c’era Montella, a cui Borriello si ispira: non solo perché entrambi sono nati il 18 giugno, ma soprattutto perché Marco sogna di essere quello che, nel 2001, è stato Vincenzo, il bomber di scorta decisivo per lo scudetto: «Sapevo che con l’infortunio di Totti si sarebbe aperto uno spazio e lo sto sfruttando. Quando c’è lui, la squadra gioca meglio, ma anche io cerco di dare il mio contributo». E proprio il capitano, ieri a soffrire in tribuna, gli ha fatto i complimenti: «Ci ha messo tutto se stesso, segnando un gol decisivo per i punti che porta e anche per lui. È un giocatore fondamentale all’interno del gruppo e ci mette il cuore in ogni partita. Ora, mente al Torino, avversario da affrontare con la massima concentrazione. Intanto, obiettivo centrato».

La cenaI compagni, prima della partita, sognavano il suo gol. De Sanctis (681’ di imbattibilità) nei giorni scorsi lo ha portato a cena, hanno parlato e il portiere ha cercato di tranquillizzarlo per quel gol che non arrivava. «Mancavo solo io – ammette Borriello – ma questo è solo il primo traguardo. E poi c’è poco da festeggiare, perché ora andiamo a Torino». Undici marcatori, undici vittorie che la Roma vuole raggiungere domenica. Impossibile non parlare di scudetto: «Lo fanno i tifosi e fanno bene a sognare, noi giocatori dobbiamo rimanere con i piedi per terra».

La festa A sentire le urla che arrivano dallo spogliatoio, però, sembra difficile crederci. Borriello è ovviamente il più festeggiato. La festa prosegue anche nella pancia dello stadio, dove i giocatori cenano per volontà dell’allenatore. «Non è un banchetto», dice il d.s. Sabatini. «Noi vogliamo festeggiare a fine stagione – gli fa eco Borriello –. Siamo una squadra che mantiene la testa giusta, il nostro obiettivo è l’Europa e stiamo pensando che abbiamo staccato ancora di più la quarta». Grazie proprio al gol del bomber di scorta che Garcia si coccola fin da Riscone: allora diceva «ha la dinamite nel piede sinistro», ieri ha ribadito: «Ha il gol nel sangue. E a me va bene così».