Il grande dubbio in casa giallorossa è legato all’utilizzo di Matias Viña. Mourinho, ieri, ha fatto capire come il terzino uruguaiano possa recuperare, regalando però una notizia che nessuno gli aveva chiesto espressamente, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.Quantomeno insolito, per uno che cerca sempre di tenere un po’ tutto segreto o ovattato. Pre-tattica? Forse, lo scopriremo solo oggi, al fischio d’inizio. Intanto ieri Viña si è allenato e può riprendere il posto, rispedendo in panchina Calafiori. Per sostituire Lorenzo Pellegrini, invece, Mou dovrebbe spostare Mkhitaryan al centro, inserendo El Shaarawy a sinistra, anche se a Trigoria è stato provato pure un inedito 3-4-2-1, con Zaniolo e Micki alle spalle di Abraham. Detto questo, l’assenza di Pellegrini nella sfida di oggi pomeriggio all’allenatore portoghese proprio non va giù. “Potrei dire che il derby è iniziato al 90’ della gara con l‘Udinese – dice lo stesso Mou –. Perché avere Pellegrini è una cosa, non averlo è un’altra, per tutto ciò che fa e per il ruolo che ha da giocatore e da capitano. L’arbitro che ha sbagliato è giovane, ha fatto una cagata (letterale, ndr ), Rocchi troverà il modo di farlo crescere e migliorare”. Nel frattempo per Mou sarà il 120° derby della sua carriera. “Queste partite sono quelle che non preoccupano un allenatore – dice lui -, partite in cui non serve motivare la squadra. Ma alla fine conterà ciò che faremo in campo, non le parole, quelle vanno via con il vento. Giochiamo sempre per vincere, bisognerà dare tutto e fare una partita “completa”. Mi ha colpito l’affetto dei tifosi dopo il k.o. con il Verona: vuol dire che c’è un’empatia vera, non artificiale. Loro meritano il massimo, esattamente come lo meritano però anche i miei ragazzi“. E a chi gli chiede se la Roma è la squadra più “debole” della sua carriera, Mou risponde così: “Questa è una sfida diversa rispetto al passato. Con il club non abbiamo mai avuto un dubbio: sappiamo chi siamo e dove vogliamo arrivare. In passato ho avuto delle squadre dove c’erano dei dubbi, qui invece non ce ne sono. Questa non è la squadra più difficile della mia carriera, ma la sfida più difficile sicuramente sì".
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Il tecnico: "Avere Pellegrini è una cosa, non averlo è un’altra, per tutto ciò che fa e per il ruolo che ha da giocatore e da capitano"
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