Un’Italia? No, due. Due nazionali che Mancini ha costruito partita dopo partita, in diciotto mesi di lavoro, scrive Fabio Licari su "La Gazzetta Sportiva". In quasi ogni ruolo, ha almeno due interpreti alternativi che propongono soluzioni diverse. Niente di meglio per un Europeo con sette sfide in un mese. In porta Mancini ha a disposizione Donnarumma e Sirigu. Ma la situazione è liquida, il torinista è alla pari del rossonero e può sostituirlo senza problemi. Meret e Gollini sono più che terzi portieri. In difesa otto caselle da riempire e due “intoccabili”: uno è Bonucci, l’altro Chiellini, il cui infortunio sembrava devastante. Invece Acerbi ha rassicurato tutti con fisico, piedi buoni, personalità. L’ultimo centrale sarà uno tra Romagnoli più Mancini, Izzo e D’Ambrosio che, rispetto al milanista, sono destri e possono giocare da esterni, alternative a Florenzi per soluzioni tattiche più coperte. A sinistra Emerson e Spinazzola sono alternativi nel ruolo più offensivo della difesa.
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Laboratorio Mancini: due per ogni ruolo, enigma centravanti
In vista dell’Europeo il c.t. ha tante soluzioni: ricchezza in mezzo, dualismo Belotti-Immobile
Il centrocampo è forse il miglior reparto della Nazionale. La struttura ideale prevede Jorginho e Verratti, più un incursore come Barella. Mancini sarà forse obbligato a scelte dolorose: Tonali a Zenica ha sostituito Verratti come un veterano, dando più pressione e accompagnamento della manovra. Da vice Verratti il più classico è Sensi: stessa propensione al dribbling e alle aperture geniali e più gol. Zaniolo e Pellegrini offrono molteplici soluzioni alternative. Piace Castrovilli. Enigma centravanti: Belotti o Immobile? Il primo dialoga, porge assist, l’altro verticalizza e dà profondità. L’alternanza sembra far bene. Sulle fasce tante opzioni: più protette con Bernardeschi, Pellegrini o Zaniolo e più offensive con Insigne e Chiesa. Variabile Kean che può occupare i tre ruoli d’attacco: se fosse recuperato.
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