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La scelta del milanese Sozza e i veti arbitrali da superare

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La designazione dell’arbitro Simone Sozza per Inter-Roma ha scatenato dubbi e polemiche preventive sui social tra i tifosi romanisti, ma non solo, scrive Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport. Il motivo? Sozza, 34 anni, studi in legge e vita...

Redazione

La designazione dell’arbitro Simone Sozza per Inter-Roma ha scatenato dubbi e polemiche preventive sui social tra i tifosi romanisti, ma non solo, scrive Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport. Il motivo? Sozza, 34 anni, studi in legge e vita dedicata a fare l’arbitro, è nato a Milano. Il regolamento impedisce di arbitrare le squadre della propria sezione e della città in cui si vive e risiede, ma non della città di nascita, e Sozza è della sezione di Seregno, provincia di Monza (dove vive), a 24 chilometri da Milano. Gli articoli regolamentari però poco interessano ai tifosi e la frase ricorrente è: come può essere stato scelto un milanese per arbitrare l’Inter? Premessa: Sozza viene considerato uno dei migliori arbitri della nuova generazione, ha diretto quest'anno 11 gare con una delle medie voto Gazzetta più alte (6,18). Probabilmente a fine stagione sarà promosso internazionale. Ha già arbitrato quest’anno anche il Milan nella sfida dei quarti di Coppa Italia contro la Lazio, vinta 4-0 dai rossoneri senza alcuna polemica. In serie A vanta le direzioni di Juve-Fiorentina, Lazio-Atalanta, Fiorentina-Napoli, Juve-Napoli. Mercoledì davanti a Rocchi ha arbitrato Udinese-Salernitana. Una direzione senza sbavature che ha convinto il designatore ad affidargli il prossimo big match. Sozza quest’anno ha diretto anche Roma-Sassuolo (2-1) e dalla società giallorossa è considerato un buon arbitro. Domenica scorsa era il quarto uomo a Napoli nella contestata e mediocre direzione di Di Bello. Ottima occasione per mostrare di non essere influenzato dalle polemiche post partita che non lo hanno riguardato. Dovrebbe bastare questo, senza aggiungere altro per chiudere il caso. Ma non nel nostro calcio, fatto di continue polemiche, retroscena e complotti. E allora ci si chiede: era proprio necessaria questa designazione? Non c’erano altri candidati? E qui si apre una riflessione più ampia. In cinque punti. 1)Partiamo dal fatto che l’attuale gruppo di arbitri a disposizione di Rocchi non è un dream team. Motivo per il quale si sta cercando, anche correndo rischi, di far fare esperienza ai giovani. Da più parti si è detto: lasciamo stare l’anagrafe, spazio ai più bravi e ai più in forma. 2) L’impossibilità di dirigere gare delle squadre della propria sezione o della città dove vivono e risiedono toglie per le sfide delle romane forse gli arbitri migliori in circolazione: Doveri, Mariani, Valeri. E il giovane Fourneau. Per una questione di pochi chilometri invece sono disponibili Pasqua e Marinelli (Tivoli). Il regolamento andrebbe cambiato.  3) Giochiamo a fare il designatore: tolti i numerosi elementi della sezione romana, chi poteva essere più affidabile o adatto di Sozza? A disposizione tra gli arbitri più esperti c’erano: Abisso, contestatissimo in Roma-Genoa (gol annullato e rosso a Zaniolo), Piccinini e Manganiello. Tutti quest’anno protagonisti di gare discusse. Oppure c’era la coppia Guida e Massa, arbitro e Var di Torino-Inter (rigore non visto di Ranocchia su Belotti) per la quale sono stati sospesi. Impossibile riproporli con l’Inter. Fabbri è reduce da un lungo stop, Chiffi è l’arbitro del disastroso Milan-Roma. Pairetto? Mourinho in Roma-Verona in campo gli ha fatto il gesto del telefono... Non abbiamo arbitri fenomeni: sbagliano, a volte troppo. Ma bisogna farli crescere, utilizzarli in base alle capacità, senza alcun veto: vale per tutti. E quindi in bocca al lupo al giovane Sozza. Non va messo in difficoltà ancor prima del calcio d’inizio e neanche dopo. E lui spazzi via i cattivi pensieri con una direzione da arbitro... internazionale.