(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini)Dettagli. Che la Roma abbia fatto una rivoluzione copernicana nell’approccio alla realtà, lo dimostrano piccoli particolari.Mentre una parte della tifoseria giallorossa ha riaperto il vaso di Pandora del complottismo tanto da agitare addirittura lo spettro di un sit-in davanti alla Figc per sabato (ma l’iniziativa del gruppetto è stata liquidata a Trigoria con una risata), c’è un giocatore che - a fronte della rabbia per le decisioni arbitrali di Torino - ha scelto il basso profilo. Quel ragazzo si chiama Daniele De Rossi e in passato - ad esempio contro l’Inter del 2007-08 (avversario dialettico proprio Maicon!) - non si faceva scrupoli nell’attaccare a testa bassa. A Torino però, con grande maturità, ha liquidato la direzione di gara non felice di Banti: «Non mi lamento delle decisioni arbitrali». Anche se di motivi per farlo ce n’erano. Ma il calcio italiano è troppo infiammabile per gettarvi sopra altra benzina, anche perché a Torino e Napoli c’è già chi è pronto a riscoprire i soliti (presunti) conflitti d’interesse, visto che la presidenza di Lega affidata a Beretta, uomo di UniCredit, ovvero importante partner della società giallorossa. Allora meglio fermarsi tutti prima del baratro, no?
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La Roma riscopre il De Rossi multiuso
(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Dettagli. Che la Roma abbia fatto una rivoluzione copernicana nell’approccio alla realtà, lo dimostrano piccoli particolari.
OBIETTIVO CINQUANTAMILA L’azzurro l’ha già fatto e così - dopo aver festeggiato domenica scorsa la 400a presenza da titolare con la maglia della Roma in tutte le competizioni, nel prossimo match (attese 50.000 presenze) aggancerà una bandiera come Giuseppe Giannini nelle presenze nel massimo campionato: 318. Un modo chiaro per dire: nella storia giallorossa ci sono già.
FUTURO IN DIFESA Ma se invece si volesse dare uno sguardo all’avvenire, continuano a giungere ancora segnali di come per De Rossi un futuro da difensore alla Beckenbauer non sia affatto un’utopia. Domenica a Torino, infatti, anche Rudi Garcia si è unito a quel gruppo di allenatori che lo hanno impiegato da difensore centrale. Nel calcio di vertice, il primo è stato Luis Enrique, ma subito dopo anche il c.t. Cesare Prandelli ha seguito le sue orme affidandogli le chiavi del reparto nell’esordio dell’ultimo Europeo contro la Spagna. E adesso, attendendo il Sassuolo, vista la squalifica di Benatia, la tentazione di affiancare De Rossi a Castan è viva, pur se al momento le quotazioni di Burdisso sembrano in rialzo. Ma in un calcio italiano sempre più povero di centrali difensivi, nessuna sorpresa che il futuro di De Rossi nel medio periodo possa essere quello. E nel breve? Lo slogan lo ha regalato lui: «Non chiudiamo baracca, col Sassuolo dobbiamo ripartire». In difesa o in mediana non conta. Basta farlo bene.
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