Il virus ha colpito anche Edin Dzeko che resta la punta di diamante di un gruppo in lievitazione per ambizione e convinzione, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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La Roma oltre Dzeko. Fonseca senza il bosniaco non teme il digiuno di gol
In questa stagione sono già 9 i giallorossi andati a segno Il tecnico: «L’importante è mantenere lo spirito giusto»
Una disdetta, soprattutto alla vigilia del delicato impegno di Marassi contro il Genoa e, ancor più, perché il suo sostituto, Borja Mayoral, giovedì è stato impiegato e spremuto in Europa League contro il Cluj. Ma le fatiche non sono tutte uguali. Per questo si può dire che quella di Coppa contro i romeni può essere stata benedetta per l’attaccante spagnolo che, grazie alla doppietta realizzata, è uscito dallo status di oggetto misterioso per approdare in quello di garanzia.
Ma Paulo Fonseca non ha alcuna intenzione di sovraccaricare di responsabilità il nuovo arrivato, ed è per tale ragione che sottolinea come "l’importante sia la squadra". Cioè una Roma capace di fare 20 reti in 9 partite stagionali, mandando in gol ben 10 giocatori diversi. Non basta. Tra i giallorossi, finora, 11 marcature sono giunte dagli attaccanti (capocannoniere Pedro a quota 4), 5 dai difensori (cannoniere Kumbulla con 2) e 4 dai centrocampisti (tutte per opera di Veretout). Insomma, un lavoro di squadra che rende orgoglioso l’allenatore e per certi versi aiuta a deresponsabilizzare Mayoral, all’esordio da titolare in campionato. "Borja ha caratteristiche diverse da Dzeko, di cui conosciamo l’importanza e che era in un momento positivo. La Serie A, poi, è diversa e tatticamente più complicata rispetto alla Liga. Pedro è un giocatore d’esperienza e ha saputo adattarsi in fretta, mentre Mayoral è giovane e ha bisogno di più tempo. L’importante, comunque, è che non cambino le intenzioni offensive della squadra. L’obiettivo e il modo di giocare sono gli stessi. Dobbiamo continuare con questo atteggiamento e questo spirito".
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