Tre. Sembra quasi il numero perfetto su cui Paulo Fonseca sta costruendo la sua Roma attuale e magari anche futura, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport
rassegna stampa
La Roma la gioca così: difesa a tre e Mkhitaryan. Ma ha perso Zaniolo
L’armeno e Pellegrini alle spalle di Dzeko. E intanto Friedkin torna a bussare da Pallotta
Tre come la difesa verso la quale ha oramai virato da 4 gare (Napoli, Parma, Brescia e Verona), ma tre anche come i tenori a cui si affida davanti e che anche stasera proveranno a fare male all’Inter: Pellegrini, Mkhitaryan e Dzeko.
Intanto, però, la brutta notizia arrivata dall’allenamento di ieri è lo stop di Zaniolo: risentimento muscolare al polpaccio sinistro, gli esami hanno escluso lesioni. Il grande ex della partita resterà però a riposo. E allora Fonseca si affiderà soprattutto alla fantasia e alla sostanza di Mkhitaryan, l’uomo che più di tutti in questo momento può cambiare volto alla partita. Da quando lui e Pellegrini giocano più vicino a Dzeko, la Roma è tornata anche ad essere più pericolosa ed a costruire di più. «Pellegrini sta bene, mentalmente e fisicamente» ha assicurato ieri il portoghese.
Stasera, così. la Roma giocherà praticamente a specchio rispetto all’Inter di Conte. Già, proprio lui, l’allenatore che per primo venne contattato dai giallorossi la scorsa estate e senza il cui rifiuto oggi Fonseca non sarebbe sulla panchina romanista (anche se poi, in verità, prima di virare sul portoghese a Trigoria avevano parlato assiduamente anche con Gasperini, Mihajlovic e De Zerbi). All’andata Fonseca portò a casa un buon 0-0, considerando anche il momento della Roma. Stavolta punta a fare bottino pieno, un po’ con le stesse armi di Conte: esterni a tuttafascia che diventano spesso le ali aggiunte e una cerniera in mezzo al campo fatta di muscoli e geometrie.
E intanto negli Usa Friedkin e Pallotta sono tornati a parlarsi. Con il magnate californiano che ha confermato l’offerta precedente di 575 milioni (490 più 85 da destinare alla società sotto aumento di capitale riservato), modulandola però in modo diverso: i 490 milioni stavolta Friedkin li darebbe tutti cash e subito, senza dilazionarli nel tempo e senza condizioni particolari. Destinando poi gli 85 milioni al rafforzamento della squadra ed al consolidamento del club. Pallotta si è preso dieci giorni di tempo per pensarci su e vedere cosa fare. Fonti vicine al presidente sono scettiche, nel senso che se l’offerta non era stata considerata buona all’epoca dal punto di vista della cifra finale, non lo sarà neanche adesso che sono cambiate solo le modalità. La mancata qualificazione alla Champions, però, potrebbe anche portare Pallotta a ripensarci. Chissà.
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