(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) Tuteliamo la sua diversità. In un calcio abituato a cercare alibi oppure a innalzare lamenti, alla vigilia della trasferta di Cagliari, Luis Enrique non ha timori,
rassegna stampa
La Roma ha fretta «Altro che aspettare. Io voglio rischiare»
(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) Tuteliamo la sua diversità. In un calcio abituato a cercare alibi oppure a innalzare lamenti, alla vigilia della trasferta di Cagliari, Luis Enrique non ha timori,
La Roma va a sprazzi: sarà quindi una stagione di transizione? «Io non ho mai chiesto pazienza. Credo che debba valutare la società. Loro devono dire cosa si aspettano dalla squadra e da me. Io mi aspetto di vincere ogni partita. A fine stagione vedremo dove è arrivata la squadra, che cosa ho fatto di bene e di male».
Ecco Marquinho Accusa e difesa, per lo spagnolo, sono due facce della stessa medaglia: la Roma rischia tanto (…) perché attacca tanto. «Sono totalmente d'accordo con Juan — dice l'allenatore — questo è un sistema rischioso. Vogliamo avere il pallone per quasi il 60% della partita nella metà campo avversaria, e questo significa rischiare. Ma è per questo che mi hanno preso, non per fare palla lunga e mettermi dietro ad aspettare». Elogiato il Cagliari soprattutto a centrocampo, Luis Enrique parla di Marquinho, che stasera sbarcherà a Roma: «È un calciatore interessante perché può giocare da interno, trequartista, terzino e punta. Dobbiamo conoscere il suo livello, ma senza fretta». A proposito di mercato, Sabatini ora dovrà piazzare Cicinho in Brasile. (...)
Baldini & De Rossi Su Marquinho si è espresso anche Baldini. «È un'alternativa in più, ma ci vorrà tempo per essere all'altezza dei titolari. De Rossi? Quello che sarà deciso non potrà accontentare tutti. Avere top player? Dipenderà dal budget da creare commercializzando meglio il marchio e ottenendo così risultati». Titoli di coda sui media. «La comunicazione sportiva in Italia non mi piace. Spero che i nuovi giornalisti siano meglio dei predecessori», aggiunge scherzando il d.g. Invece speriamo davvero che abbia ragione. E magari confidiamo che cresca anche la classe dirigente del calcio (stiamo scherzando anche noi, ovviamente).
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