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MANCHESTER, ENGLAND - MARCH 02: Joshua Zirkzee of Manchester United during the Emirates FA Cup Fifth Round match between Manchester United and Fulham at Old Trafford on March 02, 2025 in Manchester, England. (Photo by Carl Recine/Getty Images)
C'era una volta il calcio delle lunghe attese, dei calciatori in anticamera, dei moduli da preparare con cura, del "dateci un po' di tempo e i risultati arriveranno". E poi c'è Gasperini che, sovvertendo tutti i luoghi comuni, ha portato la Roma in testa alla classifica dopo nove giornate, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. Lui che, per definizione, veniva rappresentato con il computer in campo, nel senso che per arrivare al risultato finale bisognava mettere dentro un infinità di numeri e dati. Una preparazione lunghissima. Perché il calcio - dicono quelli che vogliono farla difficile - è una scienza. Invece, no. Il calcio è conoscenza e - mettendo insieme esperienza e qualità - Gasperini è riuscito in tre mesi a modellare una squadra che non perdesse l'equilibrio e la solidità di Ranieri, aggiungendo però tanti altri valori: forza, aggressione, il campo una ragnatela fittissima, per impedire le linee di passaggio ai difensori rivali e immaginare un calcio autorevole. È con questo spirito, prima ancora che con questa classifica, che la Roma si è messa a braccetto col Napoli - lì, in vetta - e si appresta ad affrontare un esame importante in casa del Milan. Alzi la mano chi immaginava che al primo quarto di campionato i giallorossi potessero andare a San Siro con queste ambizioni e soprattutto portandosi dietro quella domanda che in tanti cominciano a farsi: Ma non è che la Roma può davvero lottare per....?
La parola, in casa Roma, è vietata. E non per scaramanzia, ma perché non avrebbe alcun senso fissare un traguardo, un obiettivo, che nessuno pronosticava alla vigilia. Sì, perché la Roma - con Gasperini - ha piuttosto avviato un progetto triennale. Che prevede, questo sì, l'arrivo in Champions già da questa stagione. Un risultato per nulla banale, visto che i Friedkin - da cinque anni al comando - non hanno mai avuto la soddisfazione di partecipare alla Coppa più suggestiva e importante. Riuscirci vorrebbe dire - oltre al prestigio - finalmente incassare quel premio ricchissimo che poi ti permette di rilanciare ulteriormente. Insomma, Gasperini - con la sua partenza lanciata - intanto si è messo in posizione privilegiata. Merito della difesa migliore, con appena quattro reti al passivo. Un lavoro, dicevamo, veloce ma intenso. Perché, nel frattempo, ecco la riscoperta di Hermoso, con la rinascita di Pellegrini, la continuità di Dybala, la valorizzazione di Soulé, la trasformazione di Cristante e potremmo andare avanti. Arrivando ai segnali che sta mandando anche Dovbyk, al centro del dibattito tecnico degli ultimi mesi. Perché tutto questo è finora successo senza un centravanti da copertina. Tanto che avanzano - e si accavallano - le voci su Zirkzee. Perché è bello alzare lo sguardo e, dopo appena tre mesi, scoprirsi felicemente curiosi. Qualcuno sa cosa c'è all'orizzonte?
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