Domani sera sarà una sorta di turning point, una piccola grande svolta. Perché alle ore 23 - più o meno - Claudio Ranieri dirà per sempre addio alla panchina, proprio mentre la Roma conoscerà alla perfezione il suo futuro europeo (che balla tra Champions, Europa League e Conference). Poi sarà solo futuro, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Con la scelta dell'allenatore prima di tutto e della futura squadra subito dopo. Partendo da alcuni punti fermi, tra cui Matias Soulé, l'uomo che più di tutti ha preso per mano i giallorossi in questa ultima parte di stagione. Ranieri due giorni fa, in un'intervista a Repubblica, è stato chiaro: "L'accordo con il nuovo tecnico c'è già, deciderà il presidente quando dirlo". Pioli è sempre piaciuto a Ranieri, ma la Roma ha avuto un contatto con l'agente un paio di mesi fa, ma mai con lui. Gasperini anche è sempre stato nella testa di sir Claudio, ma il tecnico dell'Atalanta ritene la Roma una squadra da "ricostruire" e ritiene più facile far bene ancora all'Atalanta o altrove (magari al Milan). Quindi Sarri, che la Roma aveva "chiuso" prima di Mourinho e che sarebbe il profilo ideale per valorizzare risorse limitate e giovani di prospettiva. Infine l'idea Thiago Motta (ancora sotto contratto con la Juventus), che sarebbe uno scommessone difficile anche da vincere.


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La Roma che verrà: Soulé il punto fermo con Mancini e Angelino
Poi Ranieri ieri è stato diretto anche sulla squadra che verrà: "Non possiamo e non dobbiamo fare rivoluzioni. Nel girone di ritorno siamo primi o secondi in classifica. C'è da migliorare, ma diamo fiducia a questa squadra". Il che vuol dire ripartire da alcuni punti fermi, Soulé su tutti. A lui saranno date le chiavi della squadra, cercando di farlo convivere con Dybala, cosa che ad inizio stagione non è mai davvero riuscita. Poi un altro punto fermo su cui si può scommettere fin da ora è Gianluca Mancini, che diventerà - ancora più di adesso - il leader massimo della difesa giallorossa. E con lui Angelino, intoccabile sulla fascia sinistra. Con loro, ovviamente, a Trigoria contano di tenere anchei tre big che fanno gola a tanti club e cioè Svilar (c'è attesa per il rinnovo), Ndicka e Koné. Ma la certezza al 100% che restino tutti e tre non c'è, anche perché senza Champions una cessione eccellente andrà fatta. Poici sarà da capire cosa fare con Cristante, Pellegrini e Dovbyk, il cui futuro dipenderà anche dal nuovo allenatore. Resteranno anche Baldanzi e Pisilli, ma su loro bisognerà lavorare. E tanto. Per far sì che la Roma del futuro cresca davvero...
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