rassegna stampa

La Roma affronta la bufera: “Siamo tutti sotto esame”

LaPresse

Il ceo Fienga a Trigoria: "Niente alibi, dobbiamo dare di più. Se battiamo l’Atalanta, ancora in corsa per la Champions..."

Redazione

Basterebbe vincere sabato contro l’Atalanta – pensano in tanti a Trigoria – e la stagione assumerebbe subito un’altro aspetto, scrive Massimo Cecchini su 'La Gazzetta Sportiva'.

Ma la Roma nel 2020 ha perso quasi tutti i propri punti di riferimento. I due iceberg più evidenti sono le 5 sconfitte in 8 partite (più un pari e 2 vittorie, una delle quali, in Coppa Italia, ormai «inutile») e i 16 gol subiti in 7 di questi match (porta inviolata solo nella partita di cui sopra, quella «inutile» col Parma). Ma c’è dell’altro. C’è una squadra smarrita, che Paulo Fonseca ha definito "impaurita" e su cui il Bologna di Mihajlovic ha quasi maramaldeggiato

Il ceo Guido Fienga, accompagnato dal d.s. Petrachi, ha voluto parlare alla squadra, e lo ha fatto usando toni decisi. "Se abbiamo perso tutte queste partite – è stato il senso del suo discorso – non è per colpa degli arbitri, della sfortuna o degli infortuni. Niente alibi. Dobbiamo tutti dare di più e i mezzi ci sono. Voi siete un gruppo che possiede intelligenza e capacità morali superiori a quello dello scorso anno. Occorre mettersi tutti in discussione, dall’allenatore all’ultimo della rosa. Se è il caso, anche cambiando tattiche e sistemi di gioco, qualora pensaste che gli avversari ci abbiano prese le misure. Ricordate che basterebbe battere sabato l’Atalanta per tornare in piena corsa per la Champions, perché in fondo il campionato ci sta aspettando. Una cosa però ricordiamola: siamo tutti sotto esame".

Una volta usciti i dirigenti, sono rimasti a parlare Fonseca e i giocatori, fra i quali hanno preso la parola Dzeko e Kolarov (che non sarà multato per lo screzio con i tifosi), prima dell’allenamento. E già sabato sono previste novità, con il probabile ritorno al più coperto 4-1-4-1, mentre Zaniolo posta: "È il momento di restare uniti".

In società, mentre Zubiria, pur vicino a Pallotta, potrebbe restare, Petrachi sta perdendo quota, tanto che si accarezzano sogni come Paratici o Berta (Atletico Madrid), od obiettivi più agevoli come Faggiano (Parma). Impressioni? Per il momento niente è stato deciso, ma da una squadra con un monte ingaggi lordo da 160 milioni ci si aspetta molto di più. E non saranno le urla a risvegliare la Roma.