(La Gazzetta dello Sport - R. Palombo)– Sa come si riparte, la Roma. Lo aveva fatto subito dopo il terribile 30 della Juventus il 5 gennaio, cominciando proprio con la Sampdoria, 10 in Coppa Italia il 9, cui erano seguiti in campionato tre rotondi successi con Genoa, Livorno e Verona. Stavolta accade la stessa cosa, dopo il non meno traumatico 30 del Napoli in Coppa Italia, con relativa finale negata. La vittima sacrificale è di nuovo la Sampdoria, affondata dalla doppietta di Destro, nuovo cannoniere giallorosso, inframezzata dalla solita micidiale punizione di Pjanic. Tutto tra la fine di un primo tempo non proprio da incorniciare, l’10, e i primi minuti della ripresa. Con i due gol della sicurezza che arrivano però dopo un aiutino dell’arbitro Celi, che non vede nell’astuto colpo di gomito di Benatia a terra gli estremi di un rigore piuttosto netto. Aspettando di capire come andrà a finire in aprile con gli 82 minuti che restano della partita col Parma, club cui attualmente è meglio girare alla larga, la Roma mantiene le distanze quando non le aument a : d a i meno 9 con l’inafferrabile Juve ai più 4 col Napoli e soprattutto ai più 10 con la Fiorentina, miglior distaccosicurezza per la Champions che verrà dopo quello del 31 ottobre, quando il filotto di vittorie iniziali l’aveva portata addirittura a più 11 su Inter e Verona.
rassegna stampa
La risposta è di Destro
(La Gazzetta dello Sport – R. Palombo) – Sa come si riparte, la Roma.
PRANDELLI, SORRIDI! - Quando Destro arretra quel tanto che serve per liberarsi e colpire di testa appena fuori dell’area piccola sul corner numero quattro, il primo tempo è agli sgoccioli, di calcio se ne è visto poco anche se la Roma guidata da Pjanic ha cambiato marcia da un po’, e si capisce che la partita, fin lì scorbutica, sarà sbloccata solo su palla inattiva. Il gol arriva ed è un colpo più di fioretto che di sciabola, la testa svelta a girare il pallone soffice nell’angolo più lontano, irraggiungibile per Da Costa. Roba di classe. Così Destro, fin lì poco appariscente, fa la differenza per la gioia della Roma e, visto il modo brutale e al tempo stesso elegante con cui poi siglerà il 30, si suppone anche del c.t. Prandelli. Dura solo pochi minuti l’iscrizione di Destro al particolarissimo club dei capocannonieri della Roma. In sette (Florenzi, Ljajic, Totti, Strootman, Benatia e Gervinho gli altri sei) con cinque reti procapite. Poi, dopo la punizione dai 30 metri di Pjanic, il gol del sorpassone al termine dell’azione più bella sull’asse FlorenziGervinho. Per uno che rispetto agli altri ha il miglior rapporto tra minuti giocati e gol segnati, anche sei (sole) reti all’attivo hanno un valore.
SPECCHIO ROTTO - Con Totti in tribuna e De Rossi neopapà bis in panchina (entrerà nel finale a fare il libero sull’uscita di Benatia), Garcia riparte dal 4231 del derby, con Nainggolan accanto a Strootman. Le chiavi della squadra sono in mano a Pjanic, Florenzi cura i collegamenti più di quanto non sappia fare Ljajic, retrocesso in panca. La Roma parte con le marce basse e il giochino di Mihajlovic, che schiera la Samp a specchio e porta il pressing alto sulla falsariga del Napoli killer, sembra poter funzionare. Cambia tutto, però, sul finire del primo tempo, quando la Roma, su evidente sollecitazione di Garcia, ricambia la cortesia: il contropressing alto mette i difensori blucerchiati e lo stesso playmaker Palombo in grandi difficoltà. Le accelerazioni e lo straripante divario tecnico fanno il resto. Lo specchio si rompe e la Sampdoria va in frantumi perdendo verso la fine per doppio giallo, un po’ eccessivo il secondo, la bandiera Gastaldello. Manca un rigorino, è vero. Ma da questo a indirizzare altrimenti un match quasi a senso unico ce ne passa.
DISTINTI, MA NON TROPPO - Nella serata delle curve vuote, la parte del leone (o, se preferite, della pecora) se la ritagliano quelli che affollano i distinti, settore limitrofo alla curva. In molti hanno migrato lì, e partono subito alla carica: Mihajlovic è il solito zingaro e il Vesuvio a Napoli è pregato di fare il suo dovere. Per l’Alta Corte presso il Coni, che domani dovrà valutare se riaprire o meno le curve squalificate anche per l’1 marzo contro l’Inter, davvero un bel biglietto da visita. L’imbarazzo dei dirigenti della Roma in tribuna autorità è anche il nostro. Accentuato dagli sconcertanti anche se sporadici applausi che parte della Monte Mario riserva agli «eroi» dei distinti. Bravi tutti, davvero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA