Il 19 gennaio, poco prima che il mondo cambiasse, la realtà di Leonardo Spinazzola era già stata stravolta. Durante la settimana era andato a Milano per firmare con l’Inter (in cambio di Politano alla Roma), ma era rimasto chiuso in hotel perché le società non si erano messe d’accordo. E da più parti era filtrata l’ipotesi che fosse stata l’Inter a tirarsi indietro perché poco convinta delle condizioni del ragazzo, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
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Spinazzola ne prese atto - male, molto male - ma poi giocò a Genova una delle sue partite migliori in giallorosso. Da quel momento l’ex Atalanta e Juve ha pensato soltanto a riprendersi la Roma e la Nazionale. E c’è riuscito.
Oggi torna a Genova, al Ferraris, in quello stadio da cui è ripartito tutto, da imprescindibile per Fonseca e da convocato azzurro, con la consapevolezza di avere trovato, a 27 anni, la definitiva maturità. Fisica, tattica e personale, visto che a breve, Covid permettendo, sposerà la compagna Miriam e diventerà papà per la seconda volta di una bambina, attesa da tutti in famiglia ma soprattutto dal fratello maggiore Mattia.
La storia di Spinazzola dice che, in estate, c’era stato per lui un sondaggio dalla Francia, ma il giocatore non ha mai preso in considerazione l’idea di lasciare la Roma, soprattutto dopo l’addio di Kolarov e la certezza che il titolare a sinistra sarebbe stato lui. Contro la Fiorentina, nell’ultima di campionato, è stato il migliore per cross fatti (7), palloni intercettati (6) e ha segnato il gol che ha aperto la strada alla vittoria.
Da quando gioca in Serie A non aveva mai giocato le prime sei partite del campionato per intero e questa novità, questo suo essere imprescindibile, gli piace. Finora con l’Italia ha giocato 10 partite, se l’Europeo si fosse disputato la scorsa estate, non sarebbe stato sicuro della convocazione ma ora, che si sta imponendo come uno degli esterni mancini migliori della Serie A, le possibilità di far parte del gruppo azzurro in pianta stabile sono reali.
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