Una sessantina di pagine di tecnicismi niente affatto banali, ma la sensazione di fondo che si respirava da qualche settimana, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, è stata confermata: il nuovo stadio della Roma, che dovrebbe nascere a Tor di Valle, è meno lontano rispetto alla prima metà dell’anno.
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La nuova convenzione può sbloccare lo stadio di Tor di Valle
Ieri la Roma ha ricevuto la bozza del documento. Passi avanti sulla contestualità, ma restano dei nodi
Il club giallorosso, infatti, ha ricevuto la bozza della Convenzione Urbanistica elaborata nel corso degli ultimi mesi insieme all’amministrazione comunale e alla prima lettura – che sarà necessariamente approfondita nel corso dei prossimi giorni, prima di formulare le obiezioni previste per la prossima settimana – sembra che nella stesura del nodo cruciale legata alla contestualità, siano stati fatti passi avanti.
C' da capire se l’apertura del nuovo impianto può essere concesso anche prima che siano finite tutte le opere pubbliche previste – comprese quelle non di competenza del Comune e dei proponenti – oppure se, per problemi di traffico, bisogna necessariamente attendere la messa a regime del quadrante, il che significherebbe aspettare che la nuova tratta ferroviaria Roma-Lido sia a regime, cosa che, nonostante i 45 milioni che i proponenti sono pronti a versare, non ha per il momento tempi certi.
Insomma, la Roma – anche pagando un sistema sostitutivo di trasporti pubblico su gomma – è disposta ad andare incontro al Comune, ma a quasi due anni dall’ok della Conferenza dei servizi (5 dicembre 2017) ritiene non legale qualsiasi ulteriore condizione o ritardo.
Per questo, secondo il club, dopo l’accorso sulla Convenzione, ci sarebbero i tempi tecnici perché l’assemblea capitolina possa votare il via libera entro la fine dell’anno, per porre poi la prima pietra nel 2020.
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