Che il Porto fosse nel destino di Claudio Ranieri lo si era capito anche all'ultimo giro di giostra, nel marzo del 2019, quando tornò sulla panchina della Roma per la seconda volta, proprio dopo un Porto-Roma di Champions, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Era una vetrina diversa, anche una Roma differente, tra l'altro da poco "derubata" all'Estadio do Dragao, con un rigore netto su Patrik Schick non concesso proprio in extremis, penalty che avrebbe potuto cambiare il destino di Eusebio Di Francesco (esonerato poi il giorno dopo) e dello stesso Ranieri. Ed allora sarà proprio il Porto l'avversario della Roma ai playoff di Europa League, squadra che Ranieri ha già affrontato tre volte in carriera: una con il Valencia che gli resterà per sempre nel cuore (finale di Supercoppa europea vinta con il Valencia per 2-1 nel 2004), le altre due con il Leicester nel girone di Champions League 2016/17. E allora il 13 e il 20 febbraio la Roma si giocherà ancora un pezzo d'Europa. Prima in Portogallo, poi all'Olimpico. Ma se la giocherà con una rinnovata fiducia, dopo che due giorni fa è riuscita a superare anche l'Eintracht Francoforte, terza forza della Bundesliga dietro le corazzate Bayern Monaco e Bayer Leverkusen. Il merito è ovviamente di Claudio Ranieri, uno che è riuscito a rimettere tutte le cose al loro posto, ridando voglia e fiducia ad una squadra che non solo aveva le gomme sgonfie, ma anche il morale sotto i piedi. Ed invece Ranieri è riuscito nell'impresa di ridare anche autostima e personalità al gruppo, fattispecie che non era affatto semplice al momento del suo ritorno.


La Gazzetta dello Sport
La mano di Ranieri. Roma, nei playoff c’è il Porto: si sono riaccesi i sogni europei
Il tecnico giallorosso ha risollevato la Roma anche nelle scelte, riportando tutti i giocatori nelle loro posizioni di massima efficacia. Così ha rispolverato Hummels e gli ha dato le chiavi della difesa, ha riportato Angelino a giocare in fascia (e non più come braccetto nella difesa a tre) e ha rilanciato Paredes in cabina di regia, anche lui messo da parte da Juric nella precedente gestione. Insomma, Ranieri ha rimesso a posto le cose facendo le cose semplici. O più logiche. Nel pieno rispetto di uno dei suoi soprannomi, quello del normalizzatore. O se preferite "The Tinkerman", "l'aggiustatore", come amano chiamarlo in Inghilterra. Adesso i giallorossi domani sera ospiteranno il Napoli e sarà una partita chiave per credere ancora nella "rimontona". E, cioè, la possibilità di poter ancora agganciare le coppe europee tramite il campionato. Ma Ranieri ha un'arma in più, lo stadio Olimpico, che avrà 65mila spettatori a soffiare alle spalle dei giallorossi. E dove i giallorossi vincono oramai da 7 partite consecutive, tra campionato e coppe. E quindi i giallorossi cercheranno di ripetersi anche contro Antonio Conte, di cui Ranieri è anche un grande amico. Anche perché dopo ci saranno be 4 trasferte consecutive: Milan in Coppa Italia, Venezia in campionato, Porto in Europa League e Parma ancora in campionato. Prima di tornare all'Olimpico ancora con il Porto, proprio per giocarsi un pezzo d'Europa...
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