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rassegna stampa

La Juve è rinata. Pirlo ha svoltato con le tre T: testa, titolari e tattica

LaPresse

Squadra più aggressiva, McKennie e Arthur fondamentali, pressing più attento

Redazione

L’abito non farà il monaco, ma anche con le squadre non scherza: inaffidabile. Il vecchio San Siro ha visto per due volte undici giocatori con la stessa maglia bianconera, ma ha capito in fretta che non erano gli stessi. Un po’ per i cognomi scritti sulla maglia: otto titolari su undici cambiati. Un po’ per l’atteggiamento: la Juve di Coppa Italia non era la stessa di quella di campionato.

Il risultato lo hanno visto tutti, sul tabellone dello stadio e nella sostanza, scrive Luca Bianchin su "La Gazzetta dello Sport". Pirlo da Inter a Inter ha fatto un’inversione a U. La serataccia del 17 gennaio, quando l’Inter ha dominato su una Juve senza carattere e senza idee chiare, è stata cancellata, grazie alla Supercoppa con cui i bianconeri sono passati dalla convalescenza alla riabilitazione, al ritorno di Chiellini e della solidità difensiva (quattro partite consecutive senza subire gol) e al doppio errore Young-Bastoni che ha girato Inter-Juve. Prima dei due gol di Ronaldo, l’Inter non era in controllo del gioco ma, avanti di un gol, aveva un piede sulla partita. Nel secondo tempo ha creato di più ma non è mai riuscita a segnare un 2-2 che avrebbe cambiato le percentuali di qualificazione.

La Juve non ha vissuto una partita in fotocopia, non ha ripetuto gli errori di San Siro in campionato. È cambiata nella testa, nei titolari e nella tattica. Testa: è stata più presente mentalmente, più attenta, più decisa. Titolari: tra i tanti, dentro McKennie, uno dei tre uomini del tris McKennie-Bentancur-Arthur, non visto due sere fa ma diventato il corpo centrale della Juve. Tattica: in Coppa ha rischiato molto meno rispetto alla partita di campionato in cui la Juve era sempre in ritardo nell’aggressione e l’Inter, con Brozovic perno, giocava facilmente, trovava sempre l’uomo libero e metteva in fila le palle gol.