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La Gazzetta dello Sport

La grinta di Mourinho: “Abbiamo carattere e io voglio solo vincere”

Mourinho

Lo Special One risponde duramente a Zeman e recupera Pellegrini

Redazione

Per ciò che lo riguarda, José Mourinho ci ha messo trent’anni per metabolizzare un percorso da derby che lo ha portato attraverso le stracittadine di Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. Città diverse, stili diversi. In comune, quasi sempre, c’è stato il fatto di aver dovuto rivestire il ruolo di condottiero di una tifoseria, che non avrebbe mai accettato la sconfitta, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Dallo Sporting alla Roma, adesso sulla propria testa c’è l’ombra di una lupa a caccia della rivincita dopo la sconfitta nel derby d’andata. Ciò che conta è mantenere uno spirito che oscilli tra la leggerezza (ieri, in preconferenza, canticchiava) e le ruvidezze (quelle riservate a Zeman e il poco elegante conto alla rovescia dopo ogni domanda). Impressioni? La tensione dello Special One, stavolta, è più alta di ciò che si crede. "Partite del genere danno sempre qualcosa in più delle altre. Non faccio graduatorie. Tutti sono passionali. Quando lo gioco non lo faccio pensando a me stesso, ma a quelli che storicamente danno sangue, da quando sono nati, cioè i tifosi. Ora gioco per quelli della Roma. Il primo è stato il derby di Lisbona, ma per me adesso ormai sono tanti ora, alle emozioni sono abituato, In ogni caso, dopo due anni di pandemia, sarà un ambiente più bello. Il calcio senza tifosi non è calcio e il derby senza tifosi non è derby. Questa squadra ha una caratteristica che mi fa pensare come un risultato migliore sia sempre possibile fino alla fine". Replica con superbia alle critiche “estetiche” di Zeman. "Uno con 25 titoli non può rispondere a uno con due Serie B. Se mi si parla di Trapattoni o Capello bene, però Zeman...". Sul campo vuole cercare il successo come medicina. "La Roma che mi piace di più è quella che vince e domani (oggi, bdr) voglio una Roma che vince". Per Mou tutto il resto è noia.