L’ idea di passare un paio di notti al secondo posto si trasforma nel ritorno nel gruppone delle aspiranti alla Champions, in scomoda compagnia di Atalanta e Milan, scrive Alex Frosio su La Gazzetta dello Sport. La Roma frena a Lecce. È successo a tante anche nella parte nobile del campionato eppure non può essere un’attenuante per la partita giocata dai giallorossi. Modesta nella proposta offensiva, modestissima nella qualità tecnica, in un panorama desolante soprattutto nel secondo tempo, in cui i guizzi di Dybala risaltano ancora di più. Il suo rigore rimedia in fretta all’autorete di Ibanez propiziata da un’incursione di Baschirotto. Ma non basta per una squadra sempre nervosa. Ma questa ormai è una costante: ogni fischio una protesta – e l’arbitro Aureliano in effetti non brilla per chiarezza nelle decisioni - come se facesse parte della strategia di gara. Forse perché è come se servisse tenere i nervi a fior di pelle per spremere qualcosa da una squadra che ha un unico modo per arrivare alla porta avversaria: affidarsi ai tre davanti. Insufficiente se uno stecca, Pellegrini, o se Abraham si ritrova davanti un Falcone super.
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La Gazzetta dello Sport
La frenata di Mou
Dybala pareggia su rigore dopo l’autorete di Ibanez. I giallorossi non brillano e vengono anche fermati da Falcone
Risulta quasi paradossale che una Roma così minore possa andarsene addirittura con qualche rimpianto, perché sull’1-1 ha avuto tre chance limpide con il suo centravanti. Con altrettante risposte strepitose del portiere avversario. Ma dopo la terza, la Roma è sparita.
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