rassegna stampa

La fine di un amore: ora la Roma scopre che capitan Florenzi forse non serve più

Mai titolare nelle ultime 6 gare. Mancini lo elogia, Fonseca freddo: "Idee diverse"

Redazione

Eutanasia di un amore. Giorgio Saviane, su questo tema, scrisse pagine molto belle, indirizzandoci sulla percezione dei segnali. Come quelli che riceve ogni settimana Alessandro Florenzi, ora capitano non giocatore della Roma, visto che nelle ultime 6 partite – senza mai essere titolare ha messo insieme appena 27 minuti, ultimo tra i giocatori impiegati da Paulo Fonseca, che a volte non lo ha fatto neppure scaldare, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Anche su social e radio, sembra che i tifosi stiano valutando la situazione con indifferenza, che tutto sommato appare comprensibile, se si pensa come la Capitale abbia metabolizzato persino gli addii laceranti di Totti e De Rossi.

Le voci su presunti dissapori col tecnico e alcuni compagni leader fioriscono da settimane, ma da Trigoria smentiscono con decisione, nonostante sia evidente che neppure in una squadra definita stanca riesca trovare spazio, mentre all’inizio, con più giocatori a disposizione, era sempre titolare. È diventato virale, poi, il modo in cui Kolarov gli si era rudemente rivolto nell’intervallo del match. Ma il problema è soprattutto di Florenzi, che punta all’Europeo. Ieri il c.t. Mancini, però, gli ha teso una mano. "Per noi resta importante: è esperto, può fare diversi ruoli, e non credo che l’alternanza gli abbia nuociuto, anche perché ormai da tempo gioca terzino. Magari è un po’ più bravo ad attaccare che a difendere, così un allenatore nuovo può pensare che per quel ruolo sia meglio un difensore nato".

Intanto, da Nyon, Fonseca è gelido. "Non esiste un caso Florenzi. Mancini ha detto che per lui è importante? Sono opinioni, forse differenti, ma sempre opinioni. Anche per me Florenzi è molto importante, ma è una questione di opzioni. Nessun giocatore per me, però, è un problema". Tornando a Florenzi, a Natale sarà fatto un punto sul futuro. È il momento di guardarsi intorno, con la dirigenza che non si opporrà, visto che già in estate voleva cederlo. L’estero propone ricche lusinghe cinesi, che però intrigano poco. Lo vuole anche il Lione di Garcia, ma Alessandro preferirebbe l’Italia. I sogni sarebbero l’Inter o la Juve, ma il buon rapporto che ha avuto con Ranieri gli fa valutare anche l’ipotesi di un prestito alla Sampdoria. Poi, in estate, si vedrà se l’amore giallorosso è davvero sfiorito o potrà riaccendersi.