La coppia non scoppia. Anzi, avanza senza paura. A cento all'ora verso la porta avversaria, Artem Dovbyk e Eldor Shomurodov non sono ormai più "punte" di domanda, ma risposte concrete in campo: insieme rendono la Roma più verticale, più pericolosa, scrive Alessio D'Urso su La Gazzetta dello Sport. E dopo la prova con l'Inter promettono di risultare ancor più incisivi nei sedici metri domani contro la Fiorentina, ispirati magari dagli assist di Soulé e Pellegrini. Fuori dal campo parlano poco, ma dentro l'Olimpico vogliono fare la voce grossa e prendersi la scena davanti al popolo giallorosso. L'opzione del doppio centravanti è l'ultima mossa di Claudio Ranieri per spegnere domani gli ardori della Viola e spingere più in là la favolosa striscia di 18 risultati utili di fila in chiave Champions. Insieme finora hanno giocato l'uno accanto all'altro per dieci spezzoni di gara, 254' in tutto. E in tutte queste occasioni i giallorossi hanno chiuso la gara rimontando da una situazione di svantaggio o quanto meno mantenendo la vittoria. Ecco perché la "Shomurodovbyk" potrebbe rivelarsi l'arma in più nel finale di campionato pieno di scontri diretti, vuoi per le caratteristiche tecniche dei due che ben si conciliano e vuoi per la fame di gol che li accompagna: 11 i gol dell'ucraino finora in campionato (16 com-plessivi), 4 quelli dell'uzbeko (7 totali), e una voglia comune di finire in copertina già da domani contro la Viola.


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La coppia non scoppia. Ranieri ha lo schema: Dovbyk+Shomurodov
Lui, Ranieri, è sempre più convinto della scelta. E anche ieri ha ribadito, congli opportuni distinguo, l'importanza dei due. E non cambierà l'assetto di squadra che contro l'Inter si è preso la scena. Se Shomurodov è una polizza di rendimento, soprattutto sotto il profilo del pressing e della capacità di dialogare nello stretto, per Dovbyk resta ancora un margine d'incertezza legato alla sua partecipazione alla manovra. Ma l'allenatore non ha mostrato dubbi ieri: "Il doppio centravanti è un'opzione sempre, i due sono complementari e si aiutano. Artem non è stato un acquisto sbagliato, essere il capocannoniere della Liga significa tanto. Poi c'è chi si adatta prima e chi si adatta dopo. Spesso voi ricordate Dzeko, che nel primo anno non aveva fatto quello che ha fatto dopo. lo so che ci ha portato a tanti punti importanti, per cui credo che, come primo anno, sia positivo. Deve migliorare, perché ha i mezzi e le capacità per farlo. Credo ancora in lui".
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