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La Gazzetta dello Sport

La Champions come obiettivo, ma questa Roma quanto vale davvero?

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Mourinho chiede tempo, perché sa bene che la squadra ha dei difetti strutturali

Redazione

Tempo, tempo, tempo. È la parola chiave di questo inizio di stagione della Roma, il mantra che José Mourinho non abbandona mai, scrive Andrea Pugliese suLa Gazzetta dello Sport. Né dopo una vittoria (e finora sono nove su 11 partite giocate) né dopo una sconfitta (quelle arrivate prima a Verona e poi nel derby). Perché l’allenatore portoghese sa bene che la Roma ha dei difetti strutturali, che non è stata costruita perfettamente e che in alcuni ruoli ci sono delle falle evidenti nella rosa (al mancato arrivo di un centrocampista centrale e di un cambio vero per Karsdorp bisognerà ovviare a gennaio, nel mercato invernale), ma sa anche bene che l’obiettivo dichiarato del club è il ritorno in Champions League e – quindi – almeno il quarto posto finale. A conti fatti, dopo sette partite la Roma è quindi in perfetta linea con l’obiettivo, essendo quarta con una partita di vantaggio (la quinta, la Fiorentina, è sotto di tre punti, ma con lo scontro diretto a sfavore). La vera domanda però è un’altra: dove può arrivare davvero questa Roma? Probabilmente a dare la dimensione dei giallorossi sarà la prossima chicane di campionato, quando tra questa sosta e la prossima i giallorossi affronteranno tre big del valore di Juventus, Napoli e Milan. L’obiettivo vero è arrivare alla virata di gennaio il più in alto possibile, aspettando poi che il mercato aggiusti le falle. Ad oggi la Roma, così com’è, non può sperare di andare oltre il quarto posto, per stessa ammissione di Mourinho. "Ci sono squadre che quando cambiano hanno delle panchine top, noi ci dobbiamo arrangiare con i ragazzi", ha detto spesso e volentieri l’allenatore giallorosso. Che ha già messo nella «black list» i vari Reynolds, Villar, Diawara e Mayoral. Per loro a gennaio sarà meglio andare a giocare altrove, perché a Roma di spazio ne avranno sempre poco. Dei quattro, forse l’unico che Mou si terrebbe volentieri è Mayoral ("Restare con due soli attaccanti è troppo pericoloso", ha detto il portoghese), ma è probabile che sia proprio lo spagnolo a trarre conclusioni diverse.