A Verona Fonseca, rinunciando al malmostoso Dzeko, ha scelto di puntare su un attacco di piccoletti, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Risultato? Tanto fumo e poco arrosto, con un Verona rimaneggiatissimo che può vantare più legni dei giallorossi.
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La Banda Bassotti non convince. Fonseca ha già nostalgia di Dzeko
Il bosniaco per 90’ in panca. Il tecnico della Roma: "L’ho preservato dopo una settimana difficile"
Intendiamoci, se Mkhitaryan falso nove ha avuto davvero le polveri bagnate, Pedro ha dimostrato quelle qualità per cui è stato preso, mentre Pellegrini trequartista, al solito, ha mostrato luci e ombre, così come Kluivert ha giocato troppo poco per un giudizio definitivo.
Una cosa è certa: la nostalgia di Dzeko si è sentita, ed è per questo che - se il gran ballo delle punte si concretizzerà - un centravanti fisicamente forte arriverà di certo.
Paulo Fonseca, in modo felpato, lo fa capire. "Mi piace giocare con Mkhitaryan in questa posizione di falso nove, ma abbiamo bisogno di un altro attaccante - spiega -. In una situazione normale Dzeko avrebbe giocato, ma io ho voluto preservarlo perché ha avuto una settimana difficile".
L’allenatore portoghese, comunque, vede il bicchiere mezzo pieno anche con un attacco di piccoletti. "Penso che abbiamo fatto un ottimo primo tempo sbagliando 4-5 occasioni. Nella ripresa abbiamo sbagliato sulle seconde palle, ma abbiamo finito in crescendo avendo altre chance. Se avessimo segnato subito, sarebbe cambiata la partita. Il Verona giocando sempre lungo fa abbassare la squadra e noi non recuperavamo sulle seconde palle. Mi è piaciuto molto il primo tempo con Miki, Pellegrini e Pedro. Ho chiesto a Pedro se stava bene e mi ha detto di sì. D’altronde, Carles Perez veniva dal Covid e non era il caso di schierarlo".
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