rassegna stampa

Kolarov-Florenzi-Dzeko, la Roma brilla con i senatori

LaPresse

Bene i "vecchi" nell’amichevole con il Trastevere. Perotti crea, sorprende Bouah, esordio per Mancini

Redazione

Il secondo indizio ancora non è una prova, ma ci siamo quasi. Perché dopo la partita con il Tor Sapienza, anche ieri Alessandro Florenzi è partito come esterno sinistro d’attacco. Lì ha giocato per i primi 45 minuti e anche bene, sistemandosi poi davanti alla difesa ad inizio ripresa, dove per una ventina di minuti Fonseca ha giostrato nell’insolita coppia formata da lui e dal suo amico del cuore, Davide Santon. Nella seconda sgambata, quella vinta ieri a Trigoria per 10-1 contro il Trastevere (Serie D), la Roma ha confermato alcune chiavi di lettura importanti: la difesa alta, gli esterni di difesa che fungono quasi da ali e quelli d’attacco che giocano dentro il campo, lavorando quasi da mezzali avanzate.

A spingere a sinistra è stato soprattutto Kolarov, che nel primo tempo ha lavorato tantissimi palloni, pendolando per tutta la fascia e accompagnando spesso la manovra, andando quasi sempre in sovrapposizione nello spazio lasciato libero da Florenzi. Il serbo è parso sicuramente in crescita rispetto alla prima amichevole e se ha questa intensità qui, diventa difficile anche per Spinazzola togliergli il posto da titolare, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". L’altra bella sorpresa, in tema di esterni difensivi, è stato il giovane Devid Bouah, 18 anni ancora da compiere, che nella ripresa a destra ha mostrato personalità (molti gli uno contro uno), spinta e anche un ottimo piede, con cui ha messo dentro 3-4 palloni interessanti.

Anche ieri si è vista una squadra simile in tante cose a quella che Di Francesco aveva disegnato con il 4-2-3-1 (ma ieri Pastore è rimasto a riposo precauzionale per una leggera infiammazione al ginocchio sinistro). Rispetto all’attuale tecnico della Sampdoria, però, il portoghese in panchina parla molto meno, a tratti quasi per niente. E ama guardare la partita da solo, a una decina di metri di distanza dalla panca. In campo, invece, i difensori sembrano avere una cura meno maniacale nella posture e nei posizionamenti. Il portiere gioca da libero, mentre gli esterni d’attacco partecipano più alla manovra, mentre DiFra li voleva sempre molto larghi, almeno inizialmente, per aprire le difese. Insomma, lì davanti Fonseca vuole più densità e palleggio, Di Francesco cercava più l’ampiezza e i tagli.