rassegna stampa

Kalinic e Dzeko: il gol sorge a Est

Il croato del Milan segna di meno ma è più efficace del bosniaco, vero terminale del gioco della Roma

Redazione

La sfida dei centravanti dei Balcani: Kalinic vs Dzeko. Diversi ma entrambi fondamentali per la propria squadra, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". Kalinic fino ad oggi non ha giocato tantissimo, anche se ha già trovato il modo di lasciare il segno con la doppietta all’Udinese che ha dato tre punti vitali ai rossoneri e con il rigore procuratosi con la Spal, che ha permesso a Rodriguez di sbloccare la partita. È lui il riferimento offensivo di Montella. Non è un caso che in campo il centravanti croato riceva più passaggi in assoluto da Biglia e poi da Kessie, anche per la sua capacità di andare in verticale e di saper giocare a ridosso della linea del fuorigioco. Che poi però Kalinic arretri meno di Dzeko, ad esempio, nasce anche dal modulo del Milan (3-5-2, con una densità già alta in mezzo al campo) ed è dimostrato dal fatto che verticalizza meno del bosniaco (1,80 di media a partita contro il 3,60 del giallorosso ed una media-ruolo di 3,83). Come sponde, invece, l’attaccante di Montella è sostanzialmente in linea con la media (1,40 contro 1,48), anche se molto lontano dal 3,40 di Dzeko che sa giocare meglio con il corpo. Tanto è vero che, alla fine, Edin crea anche il doppio delle occasioni di Kalinic (10 contro 5).

E' nei gol e nei tiri in porta che oggi Dzeko è più decisivo di Kalinic, forse anche perché la Roma in assoluto produce di più del Milan dal punto di vista offensivo. Così il bosniaco ha tirato in porta già 28 volte (17 nello specchio e 11 fuori, oltre a 5 tiri respinti) contro gli appena 5 del milanista (3 nello specchio e 2 fuori, 4 quelli respinti). Numeri che fanno capire come la Roma si appoggi di più a Dzeko di quanto faccia il Milan con Kalinic. Che, però, ha una percentuale realizzativa quasi doppia (40% contro il 21 del giallorosso).

Rispetto a Dzeko, invece, Kalinic è molto più pulito negli appoggi e nei passaggi, sbagliando di meno: 5,60 palloni a partita contro gli 11,20 del bosniaco (e una media-ruolo a metà strada, 8,87) il che dimostra di come il croato viva anche di una concentrazione più assidua nei 90 minuti. Che poi Dzeko sia meno efficace dal punto di vista della pulizia dei passaggi dipende pure dal raggio d’azione più ampio e dal fatto che spesso viene a giocare anche a ridosso del centrocampo giallorosso. Tanto che l’uomo a cui finora ha passato più il pallone è Radja Nainggolan (14 volte, contro le 8 di Perotti) e quello da cui più l’ha ricevuto è Strootman (17 palloni, poi i 16 di Kolarov e gli 11 di El Shaarawy).