Messi, Cristiano Ronaldo e poi tutti gli altri, cominciando dal City. I marziani e i terrestri. Non sono più giovanissimi, ma gli eredi, da Neymar a Dybala, devono ancora dimostrarsi all’altezza. L’esibizione di potenza e classe negli ottavi obbliga a considerare Real Madrid e Barcellona, ancora una volta, le favoritissime- Le altre non possono che augurarsi un derby spagnolo, ma potrebbero essere colpite dalla stessa sindrome: possibili anche Juve-Roma e City-Liverpool in un sorteggio dei quarti senza più vincoli. Tutti contro tutti. Il City si offre da terzo incomodo dopo una stagione spettacolare e senza rivali in Premier, anche se l’Europa è un’altra storia. Ma come trascurare la Juve spietata e solidissima di Champions? E il Bayern che c’è sempre e, l’anno scorso, poteva (meritava di) eliminare il Real?
rassegna stampa
Juventus e Roma, sorteggio da paura
City, Real, Barça e Bayern da evitare. Siviglia il sogno, possibile anche un derby d'Italia
LE ITALIANE – Due italiane nei quarti non succedeva dal 2007. Alla solita Juve s’è aggiunta la Roma che sembra infine aver trovato equilibrio tra l’originaria filosofia di Di Francesco e un assetto meno "sacchiano" ma più affidabile, con Dzeko centravanti moderno e Alisson che è forse il miglior portiere del circuito. Obiettivo: sorprendere. Nessuna sorpresa invece per la Juve: la rimonta sul Tottenham fa paura alle rivali, nessuno vuole una squadra che non fa giocare, in difesa ha un bunker insuperabile da quando c’è Benatia (però squalificato un turno, come Pjanic, assenze gravi) e una maturità tattica e psicologica con pochi eguali. Straordinario il lavoro di Allegri, immaginare di perdere una terza finale sembra un incubo.
REAL MADRID -Più o meno forte dell’anno scorso? Di questi tempi, dopo aver eliminato il Napoli, il Real non era la minaccia numero uno. Non s’è fermato più, superando in circostanze discutibili il Bayern e travolgendo la Juve. Zidane, primo ad abbattere il tabù delle due Champions consecutive vinte, ha trovato equilibrio con Isco per Bale, un uomo in più in mezzo e Casemiro diga centrale. Ma è in bilico: o Champions o addio. CR7 variabile indipendente che ha umiliato un Psg immaturo e inferiore nella guida tecnica.
MANCHESTER CITY – Guardiola ha quasi due squadre, può permettersi Fernandinho, Sterling e Gabriel Jesus in panchina, ha la miglior percentuale realizzativa (25%) e il miglior possesso (66%, come il Barça). Offre il calcio più spettacolare e veloce, e sembra meno propenso a offrire l’altra guancia. Più solido in difesa, con un Gundogan ritrovato e un De Bruyne su livelli mai visti: per ora si permette una formula con cinque elementi davvero offensivi. Nella Champions però contano altri fattori, compresa l’abitudine agli impegni che fanno tremare le gambe. Sarà l’interpretazione di Guardiola a dare la cifra esatta di questo City. Potenzialmente fortissimo.
BAYERN – Solito (e solido), compatto, tedesco, il Bayern post-Ancelotti ha ritrovato sicurezza e risultati: Lewandowski è il Django dell’area, il 4-2-3-1 può diventare 4-3-3 con James Rodriguez mezzala e Ribery per Robben, la difesa è affidabile. Neuer però non ha recuperato. Ha una voglia matta di "vendicarsi" del Real. Delle big sembra la preferibile.
LIVERPOOL – Se la classifica del campionato significa qualcosa, i 21 punti tra Liverpool e City sono una radiografia spietata. Meglio i Reds, chiaro. Però Klopp sa come si fa in Europa, Salah in contropiede è irresistibile, Mané una freccia, Firmino fa giocar bene chi gli sta attorno. In difesa può ballare. Sia Juve sia Roma hanno ricordi per mille motivi dolorosi in due finali di Coppe Campioni, ma sul campo pare abbordabile.
SIVIGLIA – La grande sorpresa dei quarti con il nuovo tecnico, Montella, il terzo italiano in lizza, che l’ha portato ai quarti. Di Francesco e Montella sono amici veri, Monchi tornerebbe a casa: mille significati attorno alla spagnola più debole, forse ingigantita dallo United. Da Vazquez a Banega a Kjaer, tanti "ex", più un ex oggetto del desiderio juventino (N’Zonzi). Piedi buoni in mezzo, nessun fuoriclasse assoluto, la carica psicologica dei due gol di Ben Yedder da non trascurare.
(F. Licari)
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