(Gazzetta dello Sport - L.Garlando)- Otto minuti, il tempo che impiega un raggio di sole a colpire la terra, e per la Roma è notte fonda. Dall'11' al 19' segnano Pirlo, Vidal e Matri. Ciao. Di sicuro Zeman l'aveva messa in preventivo un'accoglienza ruvida a Torino, ma così no, neppure nel suo incubo peggiore. Al contrario, il popolo juventino mai si sarebbe aspettato che il fustigatore boemo, il peggior nemico della Signora, avrebbe elargito tanto. Perché è vero che, dopo la mezza vacanza fiorentina, si è rivista la Juve atleticamente assatanata delle versione nei migliori, feroce nella concentrazione e nel pressing, chirurgica nello sfruttare spazi e profondità. Ma è altrettanto vero che il risultato si spiega con spaventose lacune tattiche della Roma. E' come se Zeman, dopo aver mostrato il meglio del suo calcio a San Siro, per onestà intellettuale, avesse deciso di mostrare il peggio a Torino. Lo ha fatto alla grande, senza nascondere una sola crepa.
rassegna stampa
Juvelandia
(Gazzetta dello Sport – L.Garlando) – Otto minuti, il tempo che impiega un raggio di sole a colpire la terra, e per la Roma è notte fonda. Dall’11’ al 19′ segnano Pirlo, Vidal e Matri. Ciao.
Crollo Roma Il bello è che la Roma parte bene. E la Juve sembra perfino sorpresa di ritrovarsi aggredita nella sua area. I mediani accorciano, la linea difensiva sale. Squadra corta e aggressiva. Pensi: però, che sventola questa Roma... Ma dopo pochi minuti il cerone si squaglia e s'intravvedono rughe raccapriccianti. Comincia a cedere Taddei che perde una prima volta De Ceglie e gli va bene, la seconda volta che arranca in ritardo è costretto a stendere Marchisio. Ammonizione e punizione-gol di Pirlo che buca una sciagurata barriera e un non meno sciagurato Stekelenburg. Poi c'è il crollo della mediana giallorossa che implode come un palazzo abusivo imbottito di tritolo. Ad ogni lancio in verticale, Marchisio e Vidal, i migliori incursori del campionato, affondano nel burro. Da una penetrazione centrale nasce il rigore del raddoppio.
Spreco De Rossi Che De Rossi si defili in Nazionale, per lasciare la cattedra al professor Pirlo ha senso, che si emargini per lasciare il centro all'acerbo Tachtsidis, anima lunga che ha l'elasticità di un obelisco e soffre gli arrembaggi veloci, è un altro discorso. Una squadra giovane, in formazione e per di più zemaniana, ha troppo bisogno di un De Rossi lì in mezzo, saggio e reattivo per rimediare agli strafalcioni dei compagni. Detto dei guai degli esterni (sostituito il febbricitante Balzaretti al 33') e della mediana, vediamo il terzo gol per parlare di una difesa zoppa nelle individualità e nei sincronismi. Burdisso osserva la parabola di Vidal come un pastore a Betlemme la cometa: Matri fa 3-0.
Cresce Pirlo Dedurre però che la Juve abbia semplicemente speculato sulle «zemanate» sarebbe fuorviante. Gran parte delle «zemanate» sono state indotte dal furore agonistico dei bianconeri. Il termometro della salute della banda Conte sono gli angeli custodi di Pirlo: quando Marchisio e Vidal spolpano in pressing il portatore, quando aggrediscono la profondità per dettare il lancio, la Signora sta bene. Ieri i due lo hanno fatto in modo superbo. In mezzo a loro ha dato buoni segnali di ripresa Pirlo, incredulo della libertà concessagli da Zeman, dopo la francobollatura di maltesi, brasiliani e Bertolacci vari. Avanzava palla al piede con la leggerezza di un ergastolano a spasso il primo giorno dopo la grazia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA