L'Africa gli è sempre piaciuta: questione di empatia, per usare una parola a lui cara. Per questo, dopo due anni di vacanze tra Portogallo e Inghilterra, causa pandemia, José Mourinho, con la moglie, i figli e i compagni dei suoi due due ragazzi, è volato in Namibia per un paio di settimane all’insegna del relax, della natura e degli animali, inizia sulla Gazzetta dello sport Chiara Zucchelli.
La Gazzetta dello Sport
José e la mia Africa: in Namibia tra zebre e leoni
Il filo con Tiago Pinto resta ed è sempre caldo, con il suo staff anche, visto che c’è da organizzare ancora qualcosa per il programma estivo, ma per il resto Mou si gode la compagnia anche dei tanti animali che sta incontrando nel suo percorso: zebre, elefanti, giraffe, rinoceronti e leoni. E mentre cerca i suoi, di leoni, da mandare in campo (Guedes, Frattesi, Celik e Douglas Luiz o in alternativa Sabitzer), il portoghese stacca la spina nel deserto, ricaricando le pile in vista di una stagione che, soprattutto all’inizio, prima del Mondiale, sarà intensissima. Da luglio in poi lo spazio per riposare sarà davvero poco e allora meglio approfittarne adesso, anche perché tra un paio di settimane dovrà costruire la sua seconda Roma.
I princìpi? Sempre gli stessi, come ha rivelato a "Forbes": "La cosa più importante è che le persone ti seguano. E per seguirti, devono credere in te. Normalmente, credono in te se ti sentono onesto nei loro confronti. Nel mio caso, da leader, significa che ho la responsabilità di non deludere le persone, la mia squadra, tutti quelli che lavorano con me. Devi stare con loro e per loro tutto il tempo. Devono tutti fidarsi di te". In uno spogliatoio, quindi, devono convivere giocatori diversi, così come gli animali in un safari. E a Mourinho piace proprio questo. È un po’ come l’Africa: una questione di empatia.
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