rassegna stampa

Jolly Florenzi «Il mio ruolo? Chiedo a nonna»

Secondo il numero 24, «Serve quel qualcosa di più che ci permetta di vincere le partite». Nainggolan è sostanzialmente d'accordo: «Ci manca cattiveria sotto porta»

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Durante il giro di interviste in zona mista, Alessandro Florenzi tiene in mano il suo smartphone. Chissà quanti messaggi gli saranno arrivati nelle due ore in cui è rimasto in campo e nei pochi minuti trascorsi sotto la doccia: tra questi, ci sarà stato sicuramente quello di qualche tifoso, che ha il suo stesso stato d’animo. Triste e arrabbiato, sicuramente incredulo davanti a quello che sta succedendo alla stagione della Roma. A quella di Florenzi, succede che Garcia sta dando tante, tantissime facce: quel «dove lo metti, sta» che si ripete dai tempi di Crotone, è diventato il dogma di Rudi, che ha fatto scaldare più di metà partita Torosidis ma ha scelto il suo jolly. «Un po’ sono confuso – dice scherzando Florenzi, ma con sincerità –, chiederò a mia nonna Aurora. Non so più qual è il mio ruolo, ma un “tappabuchi” deve essere sempre disposto a giocare, io mi prendo i pro e i contro di questo ruolo». Sarà pure un tappabuchi, Florenzi, ma nessuno in questo campionato ha effettuato 18 cross in una partita, angoli compresi: peccato solo che li abbia trasformati in oro.

INCONCLUDENTI - «Dovevamo solo segnare», risponde Florenzi. Hai detto niente. «Non incutiamo più il timore dello scorso anno, quando le squadre avversarie arrivavano qui con la paura – ancora il 23enne –. Così come non abbiamo noi la convinzione di fare quel qualcosa di più che ci permette di vincere le partite». Logica conseguenza, i fischi dell’Olimpico: «Fanno, male, tanto, ma quelli di oggi (ieri, ndr) sono più meritati di altre volte». Li ha sentiti pure Radja Nainggolan, ieri uno dei meno peggio e un altro che non rimane indifferente a queste cose: «Anche quando perdevamo 7-1 i tifosi ci sono stati dietro. Stavolta, la delusione è molto grande da parte loro come da parte nostra. È un momento in cui le minime cose non ci riescono: il Parma è stato bravo, ma a noi manca cattiveria sotto porta».

CHE OCCASIONE ASHLEY - Non è un bomber, ma se Ashley Cole avesse messo in rete quel sinistro al volo al 90’ finito alto (l’inglese aveva colpito anche un palo poco prima, ma era in fuorigioco), probabilmente la Roma sarebbe stata rinviata a giudizio, invece di subire l’ennesimo processo per direttissima. Ma niente da fare. «Sono soddisfatto della mia prova, ma deluso per il risultato. Non siamo neanche fortunati, ora non ci rimane che pensare all’Europa League. Lo scudetto? Siamo dei professionisti e non getteremo la spugna, mancano ancora tre mesi». Non parla italiano, Cole, che ancora si affida a un interprete. Non può sapere che, poco prima, Florenzi ha parlato di «un granello di sabbia finito nell’ingranaggio». Ok la sabbia, a patto che non sia il primo passo verso il «tutti al mare».