Ramòn Diaz probabilmente si dovrà mettere l’anima in pace, Rudi Garcia invece dovrà continuare a insistere. E il Tata Martino, forse, dovrà trovargli spazio nella nazionale con l’attacco più forte al mondo. La storia del 2015 di Juan Manuel Iturbe passa attraverso questi 3 allenatori: uno lo vede tutti i giorni, uno sogna di vederlo e il terzo, al momento, ha altri pensieri.
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Iturbe: prima la Roma, poi il Sudamerica
Prima di pensare alla nazionale – qualunque essa sia –, il destino di Iturbe si deciderà a Trigoria.
LA ROMA Prima di vedere quello che sta succedendo in Sudamerica, e prima di pensare alla nazionale – qualunque essa sia –, il destino di Iturbe si deciderà a Trigoria. L’anno passato è stato quello dell’esplosione a Verona, della grande contesa tra Roma e Juve, dello splendido avvio di stagione con il Cska e poi delle tante panchine. Due gol (contro i russi e la Juve), altrettanti infortuni, pochissime apparizioni degne di nota. Garcia però si mostra ottimista: «Durante Juve-Roma ha avuto un infortunio dopo il gol, stessa cosa era successa con il Cska. Ha avuto anche la sfortuna di rimediare un problema a un muscolo che non sapevamo neanche che esistesse. La cosa fantastica è che lui dà tutto, in allenamento e in campo. Ha tanta voglia. È un calciatore spontaneo e io devo trovare un equilibrio, lasciandogli la libertà e dandogli anche delle indicazioni, ad esempio quella di giocare tra le linee». Pur essendo fiducioso, il tecnico, che chiese l’acquisto di Iturbe a Sabatini quasi un anno fa (era metà gennaio, subito dopo i due gol contro Lazio e Udinese) sa che la sua crescita passa per un apprendistato tattico che a 21 anni deve ancora essere compiuto: «Deve imparare ad attaccare anche contro le difese schierate e a fare certi movimenti. Lui ascolta e io sono tranquillo, farà grandi cose».
IL PARAGUAY Se ci riuscirà dall’altra parte del mondo si tornerà a parlare di lui. Qualche settimana fa lo ha fatto Ramòn Diaz, neo c.t. del Paraguay, che ha detto di voler provare a convincere Iturbe a scegliere la sua nazionale. L’attaccante può farlo, avendo il doppio passaporto, e conosce bene Diaz che è stato il suo allenatore nel 2013 al River Plate, ma non ha sentito ancora nessuno della federazione paraguayana. Ufficialmente, quindi, non ci sono state comunicazioni; ufficiosamente Iturbe preferisce sorvolare su questo argomento visto quello che è successo nel 2010, quando la stampa di Asunciòn parlò apertamente «dello scippo del nostro campione».
L’ARGENTINA Iturbe, infatti, aveva esordito con la nazionale maggiore del Paraguay in un’amichevole non ufficiale contro il Cile nel 2009, poi però scelse l’Under 20 dell’Argentina. E il caso diplomatico che ne venne fuori ancora lo turba. Ironia della sorte, il c.t. di quel Paraguay era proprio il Tata Martino, che oggi allena Messi. Ma anche Higuain, Di Maria, Aguero e tutti gli altri. È con loro che sogna di giocare Iturbe, e pazienza se la concorrenza è da brividi. Per mettere in difficoltà Martino, o quantomeno provarci, servono però gol e assist con la Roma.
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