rassegna stampa

Iturbe, Destro, Manolas e il ninja Nainggolan: «Bianconeri? No grazie»

La Roma da qualche tempo è tornata ad esaltarsi in tempi di mercato, a sognare di cominciare un campionato con l’idea di aver tra le mani la squadra regina dell’estate o del minimarket di gennaio.

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Su twitter era diventata virale, in estate, un’immagine-fumetto di Walter Sabatini che sussurrava a Pallotta: «Forse non hai capito, li prendo tutti io». E il tutti era riferito ai calciatori in odore di trasferimento. Perché sì, la Roma da qualche tempo è tornata ad esaltarsi in tempi di mercato, a sognare di cominciare un campionato con l’idea di aver tra le mani — pardon, davanti agli occhi — la squadra regina dell’estate o del minimarket di gennaio.

SCIPPO ITURBE  Se poi regina si diventa a suon di colpi sfilati da sotto il naso alla rivale di sempre, la Juventus, tanto meglio: l’Iturbe che vuole partire titolare domenica a Torino, è lo stesso Iturbe che a lungo è stato virtualmente un calciatore bianconero.

Oggi, fosse andata come la storia degli intrecci di mercato ha sempre raccontato, Rudi Garcia si porrebbe il problema di come affrontare l’argentino, di come limitarne la velocità. E invece no. E invece è lì che accoglie con soddisfazione i miglioramenti di condizione di Iturbe, ora dopo ora, minuto dopo minuto. E in fondo sui minuti ha giocato Sabatini stesso quel 15 luglio in cui «sequestrò» Iturbe, dirottando in direzione Roma il volo che avrebbe dovuto portare l’attaccante a Torino: 22 milioni, più oneri accessori, per un totale di circa 28. «Dicono che strapago i calciatori? Lo dicono per difendersi, in maniera grossolana — ha spiegato il d.s. —. Sul mercato sono arrivato a molte cose, diciamo un numero sufficiente».

MANOLAS E NAINGGOLAN  E l’ha detto con il ghigno di chi s’è tolto parecchie soddisfazioni. Se poi porteranno a vincere anche sul campo, lo dirà (anche) lo scontro diretto di domenica. Ma quando c’è da curare i rapporti, da allargare il portafoglio e staccare l’assegno, la Roma è in pole position. La storia Manolas è un altro esempio: a inizio agosto il centrale greco sbarca a Roma, accompagnato dal suo procuratore e dal vice presidente dell’Olympiacos. Da Trigoria si apprestano a smentire, di più, garantiscono che il difensore è vicino alla Juventus. Da Torino ammettono l’interesse, ma non l’imminenza della chiusura dell’affare. Come sia finita, è sotto gli occhi di tutti. Manolas ha sostituito Benatia ed è già diventato un punto fermo per Garcia. Altra sfida vinta, per la soddisfazione dell’allenatore francese. Quell’allenatore che lo scorso gennaio, proprio nelle ore in cui i suoi giocatori si apprestavano a incontrare la Juventus, chiese a Sabatini un rinforzo per il centrocampo. A Sabatini venne subito in mente il nome di Nainggolan. C’era la Juventus sopra, Marotta e Paratici avevano incontrato a più riprese Cellino e l’agente Beltrami. La strada era tortuosa, gli ostacoli li avevano piazzati ben bene da Trigoria. E infatti il belga oggi è il motore del centrocampo giallorosso. E su twitter non la smette di divertirsi nel replicare agli insulti dei tifosi juventini.

IN PRINCIPIO ERA DESTRO  Insulti che non risultano arrivati sul conto di Destro, il primo ad aprire la nuova era. Era l’estate 2012, Conte era in pressing sull’attaccante del Siena, tremendamente indeciso nella scelta. A convincerlo l’affondo di Sabatini e i milioni di Pallotta, per il primo di tanti sgarbi e un pizzico di storia del mercato riscritta. Perché in principio c’erano i Boniek, gli Haessler, i Ferrara, i Paulo Sousa, in qualche modo anche i Cannavaro, il mai rimpianto Oliseh. Insomma, nel dubbio la direzione era sempre bianconera. Ora la musica è cambiata. A Garcia, da domenica in poi, resta il compito di scrivere il resto della storia. Un modo per dire che no, quelle soddisfazioni estive non erano immotivate.