L'Europa ci guarda, incuriosita: fin dove si spingeranno gli italiani? La scalata dei nostri club, sotto sotto, ha preso in contropiede il resto del continente, scrive Andrea Masala su La Gazzetta dello Sport. Svanito l'effetto sorpresa, c'è da mettere a terra il potenziale per andare ancora avanti. Si sogna, si vola alto, con una consapevolezza: al di là della probabilità di un altro derby italiano in semifinale, si dovrà fare i conti con le big più attrezzate. Ecco, ci giochiamo la Champions sorretti da un sano realismo: si può, ma è molto, molto dura. Il nostro Pnrr calcistico, il piano nazionale di risalita e riscatto, quindi passa anche dalle altre due competizioni dell'Uefa, che per miopia vengono spesso definite di consolazione. In Europa League, per la Juve e la Roma la finale non è un miraggio, è una concreta possibilità. Bianconeri e giallorossi hanno come obiettivo primario, quasi vitale, la qualificazione in Champions. Soprattutto per la Juve, che insegue in campionato, la strada più praticabile sarebbe la conquista dell'EuroLeague. La Roma si è da poco insediata al terzo posto: in teoria, avrebbe meno bisogno di vincere all'estero. Ma per uno come Mourinho, che ha firmato un Triplete, sarebbe innaturale rinunciare all'assalto di un trofeo. La Roma incrocia il Feyenoord, già battuto in Conference nella storica notte di Tirana. I giallorossi sono il classico terzo incomodo, con tutto il rispetto per le altre concorrenti: un gradino sotto la Signora e i Red Devils, ma sempre lì. In Europa League ci sono le condizioni per un successo italiano, magari ci scappa pure la finale tutta nostra, come avveniva negli Anni 90 in Coppa Uefa. Visto che si è in ballo, è doveroso insistere, per i più svariati motivi.
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La Gazzetta dello Sport
Italiane, che chance in Europa League: non si può sprecare
Svanito l'effetto sorpresa, c'è da mettere a terra il potenziale per andare ancora avanti. Per la Juve e la Roma la finale non è un miraggio
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