Ci sarà pure un limite alla malasorte scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Un anno fa, un infortunio muscolare arrivato a pochi giorni dall’Europeo gli aveva rubato il trionfo di Wembley, nove mesi più tardi, invece, è stato il turno della Macedonia del Nord a sottrargli quel Mondiale che pure sarebbe stato giusto lo vedesse protagonista. Lorenzo Pellegrini, però, ha reagito con la grinta del campione, concludendo la stagione 2021-22 con la foto simbolo della santificazione: lui che da capitano alza al cielo la coppa della Conference League, tornando così a riaprire la bacheca della Roma chiusa da 14 anni. Morale: di sicuro quella scorsa per il capitano giallorosso è stata l’annata della svolta. Prima la conferma della fascia al braccio da parte di José Mourinho, poi un rinnovo di contratto da top player che lo hanno blindato fino al 2026, infine la sentenza del campo: nelle 41 partite giocate il centrocampista ha segnato ben 14 gol. Dopo aver patito qualche incomprensibile difficoltà, è entrato anche nel cuore dei tifosi e adesso è diventato un leader riconosciuto dentro e fuori dal campo. Ripetersi sarà lo step successivo a cui sarà chiamato. Poi torneranno i giorni della Nazionale, con cui ha segnato due reti nelle ultime tre partite giocate. Quanto basta per avere voglia di non fermarsi più.
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Italia, Pellegrini e il gol: è diventato un jolly decisivo
Per il capitano giallorosso la scorsa stagione è stata l’annata della svolta
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