Non è stato facile per Radja Nainggolan imporsi con i «diavoli rossi» del Belgio. Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", pur avendo debuttato nel 2009, le presenze sono appena 16, di cui 13 dopo il Mondiale. Prima per lui prima non c’era spazio, adesso però il c.t. Wilmotsnon rinuncia più alla sua carica: sia nel 4-2-3-1 (uno dei due centrali), sia nel 4-3-3 (mezzala destra). Segna anche: 4 gol. E l’ha promesso: «Con la Roma o con il Belgio quest’anno voglio vincere qualcosa».
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«Con la Roma o con il Belgio quest’anno voglio vincere qualcosa», ha dichiarato il centrocampista giallorosso
Più semplice per Marchisio inserirsi in azzurro. Lippi lo chiama nel 2009 e lo porta in Sudafrica, affidandogli un ruolo a metà tra Perrotta (esterno di sinistra della mediana a quattro) e Totti arretrato (trequartista centrale del 4-2-3-1). Esperimento non esaltante. Poi la svolta: qualche acciacco di Pirlo, il ricordo di un ruolo ricoperto nell’Empoli, e Marchisio diventa regista. All’inizio, siamo sinceri, il gap con Pirlo è enorme. Ma cresce tatticamente e trova collocazione da play: non uno «Zico davanti alla difesa» come il suo predecessore, ma un mediano centrale moderno che fa gran movimento in orizzontale, pressing, scambia palla e compiti di regia.
(F. Licari)
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