L’Inter non perde un colpo. In Italia sa come cavarsela con tutti, sia l’Atalanta che l’aggredisce, sia la Roma un po’ spensierata di ieri che le apparecchia al meglio la tavola. È insaziabile. Non che la Roma non ci abbia provato, anche divertendosi, come se la testa fosse finalmente più leggera. Se arriva uno come Mourinho, vuol dire che un ciclo è finito, non si discute. Fonseca ha la lettera di licenziamento in mano, scrive Fabio Licari su "La Gazzetta dello Sport", non è escluso che qualche giocatore voglia farsi apprezzare dal nuovo tecnico, e così la squadra parte che è una bellezza. Pressing alto, Kumbulla morde le caviglie di Lukaku. Cristante disegna un reparto di centrali "irregolare", lasciando il baby Darboe in copertura e assaltando Barella. Karsdorp è offensivo. Atteggiamento bello e coraggioso, ma l'Inter non aspettava altro di essere aggredita per dispiegare le sue armi a spazio aperto e colpire come le piace. E così, mentre Pedro (fantasmatico) e Pellegrini ci provano invano, all’Inter basta ripartire in velocità. Darmian a destra si mangia la fascia, quindi mette un diagonale arretrato per Brozovic. Un tiro e un gol dopo 11 minuti, Inter cinica e contiana. Saranno due tiri e due centri al 20’, quando Sanchez libera il rientrante Vecino per la seconda botta vincente. La Roma si appoggia sui due migliori, Dzeko e Mkhitaryan, per il bellissimo triangolo del 2-1. E s’illude anche di agganciare i rivali: nel secondo tempo sembra più equilibrata e pericolosa. Dzeko colpisce il palo, ma il suo tiro avrebbe meritato il gol. Solo che l’Inter è cannibale, spietata. Dentro Hakimi è un’altra storia: al 45’ è proprio il marocchino a lasciare tutti nella polvere, servendo all’infaticabile Lukaku il gol numero 22.
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Insaziabile Inter
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