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In ritiro permanente quasi 1500 persone: così la Serie A pensa a ripartire

LaPresse

Sedute individuali, test e tamponi frequenti. Non solo i giocatori per tre mesi nei centri di allenamento. Oggi riunione in Figc: si decide?

Redazione

Una bolla. Un ritiro permanente. Una lunga quarantena. In cui i calciatori, e tutto il gruppo di una squadra di calcio, vivrebbero in "luoghi chiusi" per evitare qualsiasi rischio di contagio. Era una delle proposte che la commissione medica della Federcalcio aveva inviato alle leghe e alle associazioni di calciatori, allenatori e arbitri per studiare le modalità per far ripartire il calcio, scrive Valerio Piccioni su "La Gazzetta dello Sport". Prima con gli allenamenti. Poi, se si potrà e con tempi tutti da verificare, con le partite e la ripresa del campionato.

Il centro di allenamento sarebbe la «casa» dove ricominciare. Partendo con esami specifici, allenamenti individuali o di piccoli gruppi con rispetto della distanza interpersonale. Praticamente azzerando i rapporti con l’esterno. Una soluzione che naturalmente non riguarderebbe solo i calciatori, ma tutti coloro che fanno parte del "gruppo squadra": tecnici, medici, fisioterapisti, magazzinieri. Una settantina di persone per ogni club. Che praticamente vivrà insieme almeno nella prima fase.