La multiproprietà è un tema sempre più al centro del mondo del calcio perché crescono i singoli imprenditori e soprattutto i gruppi che vogliono sfruttare i vantaggi derivanti dall'avere società calcistiche in diversi Paesi, scrive Andrea Ramazzotti su La Gazzetta dello Sport. Ecco perché sia le Federazioni nazionali sia la Uefa hanno normato questa materia assai delicata: gli incroci nelle coppe europee di formazioni che hanno gli stessi azionisti sono sempre più possibili complice l'allargamento del numero delle partecipanti.
La Gazzetta dello Sport
In Europa ora è vietato possedere due club nella stessa Coppa
Cosa si intende per multiproprietà? È la possibilità, accordata a un soggetto o a un gruppo, di possedere una pluralità di partecipazioni azionarie o di diritti reali di proprietà in società calcistiche anche iscritte a campionati di Paesi e di categorie diverse.
Che vantaggi dà la multiproprietà? Consente di assicurarsi un numero importante di calciatori, anche extra comunitari, di farli crescere giocando in campionati adatti alle loro caratteristiche e poi eventualmente di spostarli, al momento più opportuno, in altre società del gruppo. Vantaggi però ci sono pure a livello commerciale ed economico: i rapporti tra i club possono portare alla crescita dei rispettivi brand, del merchandising, delle piattaforme social e più in generale dei ricavi.
Perché la Uefa e le varie Federazioni hanno normato le multiproprietà? Per evitare conflitti d'interesse a livello sportivo e violazioni delle regole della concorrenza. Particolare attenzione è stata messa, sotto il profilo economico, riguardo alle valutazioni dei cartellini dei calciatori che passano da una società all'altra del gruppo. L'obiettivo è evitare che siano prodotte plusvalenze fittizie e dunque evitate le sanzioni previste dalle norme di Nyon.
Cosa dice la norma della Figc sulle multiproprietà? Attualmente un soggetto, una famiglia o un gruppo possono possedere due società partecipanti a campionati italiani diversi, ma dall'inizio della stagione 2028-29 non sarà più ammesso e le multiproprietà nel calcio italiano verranno vietate sulla base dell'articolo 16-bis delle Noif.
Dal 2028-29 in Italia si potrà possedere, per esempio, una società iscritta a un nostro campionato, una in Inghilterra e una in Brasile? Certo. L'articolo 16-bis delle Noif riguarda solo i club professionistici affiliati alla Figc. Tra quattro anni, dunque, i De Laurentiis non potranno più controllare sia il Napoli sia il Bari, anche se in serie diverse. La famiglia Pozzo invece potrà continuare a detenere la maggioranza dell'Udinese e del Watford.
Cosa dice la nuova norma sulla partecipazioni alle coppe europee per i club che appartengono alle multiproprietà? La Uefa ha recentemente approvato il nuovo format e il nuovo regolamento delle coppe europee 2024-25. La norma sulla "multi-club ownership" è all'articolo 5: prevede che "nessuna persona fisica o giuridica può avere un controllo o un'influenza decisiva su più di una squadra partecipante ai tornei Uefa" e vengono specificati tutti i casi nei quali un'influenza diventa "decisiva". Se adesso si verificherà un'influenza decisiva su più società, visti i tempi stretti dall'entrata in vigore della norma, verrebbe ammessa come alternativa temporanea all'esclusione di un club dalle coppe il trasferimento o la cessione di tutte le sue azioni a una terza parte indipendente, come un blind trust, per evitare il conflitto di interessi. Attenzione però: siccome a differenza del passato non sarà più possibile a febbraio passare dalla Champions all'Europa League e dall'Europa League alla Conference League, la multiproprietà sarà tollerata non solo per le formazioni che partecipano alla Champions e alla Conference League, ma anche per quelle che prenderanno parte a competizioni attigue come per la Champions e L'Europa League.
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